Leggete cosa ha scritto “sora” Venegoni nelle sue “pagelle” della serata finale del festival di Sanremo a proposito di Nicola Piovani: “….Presidente della Giuria di Qualità, ha qualificato subito il gruppo di musicisti e intellettuali con il premio Bardotti al miglior testo, attribuito al giovane escluso Il Cile: liriche complesse, che nessuno in 5 giorni si era filato. E’ stato assertivo e autorevole, ha tenuto testa ai contestatori che pretendevano il televoto totale perché «gli spettatori pagano». Andatelo a dire a Cannes, e ai Premi Oscar…..”. A prescindere dal fatto che se la canzone de Il Cile “nessuno in 5 giorni” se l’era filata una ragione forse ci sarà, ma che significa “andatelo a dire a Cannes o ai Premi Oscar..”? Questi tentativi di fascistizzare il festival dove dovrebbe vincere chi vogliono i critici e taluni illuminati intellettuali, sbattendosene di quel che pensa la gente, mi paiono davvero grotteschi. E questi sarebbero i personaggi che coprirono di insulti il povero Nek quando cantò al festival una canzone vagamente antiabortista in una fase in cui la sinistra difendeva a spada tratta il diritto all’aborto. Oppure che venerarono Benigni quando fu protagonista del film “La vita è bella”, puntando giustamente il dito contro i campi di sterminio nazi-fascisti. Pluridemocratici e popolari quando l’onda induce ad esserlo, ma snob ed arroganti quando con la gente si viene a stretto contatto di gomito e non la si può arringare stando dietro ad una telecamera o ad una pagina di giornale.