In questo spazio era stata prevista l’intervista e la presentazione dell’ultimo lavoro di Dente, un cantautore ispirato e delicato che svetta tra tante mediocrità per andare a collocarsi nel novero di quegli artisti emergenti che i canali istituzionali ignorano, ma che sono patrimoni da ascoltare e tutelare. Al suo concerto era presente la nostra Enrica Ferrari che al termine si è vista negare l’intervista non dall’artista, il che sarebbe stato legittimo pur se curioso, ma dall’ufficio stampa dell’artista stesso per ragioni che ci sono rimaste oscure. Se c’è una “fame” insaziabile tra gli artisti emergenti, almeno quanto lo è tra i politici, quella è il bisogno di visibilità. E gli uffici stampa sono lì per saziare questi appetiti. Sono pagati per farlo. Negare un’intervista significa chiudere una finestra. E farlo nei confronti di artisti come Dente, che per la loro cifra artistica le finestre meriterebbero di averle tutte spalancate, significa fare male il proprio mestiere. Neppure questo sorprende, poichè viviamo in un’epoca in cui chi fa semplicemente bene il proprio lavoro suscita cori di ammirazione ed applausi a scena aperta. La qual cosa un tempo avveniva per l’eccezionalità degli eventi, non per la loro ordinarietà. Ma a Dente, di cui pubblichiamo comunque un video ponendo parziale rimedio al deleterio estro del proprio ufficio stanpa, un consiglio spassionato ci sentiamo di darglielo: valuti con attenzione le persone alle quali affida la propria creatività e la propria arte. Possono decidere, in un senso o nell’altro, del suo futuro.