I QuelkedCesare sono una formazione che ruota intorno alla figura del cantautore siciliano Cesare Lo Leggio di cui in questo periodo è in circuitazione il nuovo album che si intitola “Sbandati”. Si tratta di dodici tracce, due delle quali in dialetto siciliano ed una in inglese, che vanno a confezionare un prodotto musicale di buona qualità, non senza un paio di fisiologici cedimenti, ma anche con almeno due canzoni di altissimo livello ed una manciata di altri brani assolutamente degni di un ascolto attento e, perché no?, anche di un riascolto. Apprezzabili pressochè sempre i testi che in alcuni casi rivelano una vocazione poetica che ci riporta al cantautorato più vero, quello che per anni ha tracciato il solco tra la canzone e la canzonetta.
S’inizia con “L’amore che ho per te” in cui la dimensione cantautorale appare subito, ma qualche perplessità la suscitano gli arrangiamenti, che non sempre paiono in coerenza con la linea melodica del brano. “L’onorevole” è una canzone dinamica di buona fruibilità e quindi di facile ascolto, caratterizzata da un’introduzione a chitarre spiegate che non si sposa benissimo con l’avvio del pezzo (anche qui è un problema di arrangiamento). “La cruda verità” segna forse i punto di decollo vero di questo progetto; è una canzone delicata, con una linea melodica piacevole e finalmente gli arrangiamenti che conferiscono al brano la giusta cornice. “Cu tia” è il primo dei due brani in dialetto siciliano ed è un passaggio sicuramente gredevole (il testo è di Salvatore Lo Leggio tratto da Caio Valerio Catullo). Ed ecco “Fnchè avrò fiato” (con testo di Maria Teresa Lentini), una delle due canzoni più belle dell’album, un brano intensamente interpretato, con un testo che incontra più volte la poesia ed un finale in crescendo che coinvolge chi ascolta grazie ad un contorno strumentale di notevole impatto. “Sono sbarcati gli americani” è una canzone evocativa, che si rifà ad episodi passati più e più volte letti e riletti in tanti racconti e canzoni; rimane quindi poco da aggiungere ed il brano scivola via senza lasciare troppe tracce. “Pirati a Palermo” è invece l’altro gioiello di questa raccolta e reca le firme di Ignazio Buttitta e Rosa Balistreri, vale a dire due icone della Sicilia più bella, un testo bellissimo ed un trasporto strumentale emozionante. Scorre invece via senza destare particolari attenzioni “Io ri amerò lo stesso” mentre “Bellaterra” colpisce per il bel testo e per l’andamento musicale che pare accompagnare il virtuale cammino che il brano tratteggia. Discreta ma senza particolari note positive “Non succede più” mentre “Resistenza” non pare irrinunciabile, non fosse per il bel coro dell’Istituto comprensivo “San Giovanni Bosco” di Campobello di Licata diretto da Maria Teresa Guarneri. E si va a finire in inglese con “With You”, dignitosa chiusura anche se un po’ avulsa rispetto all’insieme del progetto. “Sbandati” è comunque un bell’album nel quale Cesare Lo Leggio, a parte i brani attribuiti ad altri autori, ha composto testi e musica oltre a metterci la voce e la chitarra acustica. Un progetto con alcuni risvolti interessanti ed alcune soluzioni musicali piacevoli. Un album attento, che premia la poesia ed il dialetto siciliano, che racconta emozioni e stati d’animo, che ha forse l’unico limite di avere voluto creare un supporto particolarmente ricco di contenuti, quando otto tracce ne avrebbero fatto un album impeccabile o quasi.
1 commento su “I QUELKEDCESARE “SBANDATI” IN DODICI TRACCE”
Album molto bello. Complimenti ai Quelked