“Mezzanota è l’istante in cui l’intenzione diventa musica”, un momento magico, misterioso e inafferrabile che risponde ai flussi profondi dell’inconscio piuttosto che alle logiche della razionalità. Ciò che ne risulta può non essere perfetto, può non essere equilibrato e può perfino non essere propriamente “bello”, ma è necessario, è vero, è giusto. Non potrebbe essere altrimenti. Piegarlo a canoni estetici riconosciuti significherebbe comprometterne l’identità, il fascino e la forza espressiva.
Una chitarra e una voce (ovvero la dimensione più essenziale ed esposta nell’ambito della cosiddetta canzone d’autore), ma una chitarra che non si limita ad accompagnare ed una voce toccante e teatrale che non si limita a raccontare, una manciata di brani originali inclini al minore in cui un’intuizione improvvisa o un’apparente inadeguatezza linguistica diventano la migliore approssimazione di un sentimento, tre cover estremamente impegnative rese con personalità in versioni scarne e credibili (“La donna cannone” di De Gregori, la struggente “Fino all’ultimo minuto” di Ciampi e “Canzone seconda” di Pollina): così Chiara Jeri e Andrea Barsali ci offrono un disco notturno, coeso e umorale, di profonda coerenza cromatica, in cui il significante, più che nelle parole, risiede nel suono e nella sua assenza, nell’inflessione della voce e nel riverbero delle corde, nell’urgente manifestarsi dell’intenzione. Un progetto che merita attenzione.