Con “220” I Lobello hanno realizzato un Ep (fortunatamente per loro non un album) che per l’agilità dell’ascolto (tutte le cinque tracce sono comprese tra 1’32” e 2’52”) potrebbe risultare un prodotto abbastanza piacevole. Premiano la sintesi dunque e la piccola trovata di dedicare quattro delle cinque canzoni ad altrettante ragazze tratteggiandone, un po’ alla rinfusa, caratteristiche ed attese.
Apre “Patrizia”, un rock indiavolato in cui il testo annega miseramente; un rock, manco a dirlo, fatto di tanta chitarra elettrica tiratissima ed una discreta confusio d’insieme. Segue “Giovanna”, che praticamente ha inizialmente una base musicale esattamente uguale alle note di chiusura del brano precedente, anche qui si potrebbe parlare di un rock di sfondo, cioè un qualcosa a cui è difficile prestare troppa attenzione. In “Barbara” invece pare finalmente farsi largo la voce, il che migliora il risultato d’insieme; la dimensione musicale è però sempre quella, cioè una struttura ripetitiva che non dà l’impressione di voler costruirsi uno schema proprio anche se, finalmente, in questo brano, si può ascoltare un bel giro di chitarra. “Daniela” si apre con una ritmica diversa,un poco di alternanza alla continuità prima della chiusura con “La canzone del ragazzo” che come linea melodica ha un sapore molto estivo, agile, veloce, leggero, senza troppi svisamenti; qui il testo, se non si fosse sentito sarebbe stato meglio perché rime del tipo “…il ragazzo che si è venduto il cazzo….” fanno cadere le palle. Anche gratis. Che dire di un Ep che in meno di un quarto d’ora si risolve ed esaurisce? Può essere un buon gadget promozionale per le serate live; fortunatamente è un Ep perchè un album di 10-12 tracce di questo tipo sarebbe stato insostenibile. E’ un supporto indubbiamente agile, che non lascia tracce di originalità e difficilmente induce al riascolto consapevole (fatto però girare in auto guidando può ricominciare e finire all’infinito, se si ha altro per la testa).