Dopo la reunion di tre anni fa degli Extreme e il successivo tour tutto sold out che ha visto anche la trasposizione su DVD, Gary Cherone (già cantante dei Van Halen ai tempi di Van Halen III) e i suoi Hurtsmile sono usciti con un disco che sembra rispondere a una gran voglia di rock, di chitarre e salti sul palco.
Gary ha lasciato momentaneamente Nuno Bettencourt e compagni ai relativi progetti (Nuno è stato per 2 anni in tour mondiale con Rihanna), ha preso con se il fratellino e un paio di amici della Berklee e ha tirato fuori un disco immediato, un pugno secco sui denti, evocativo fin dal titolo e nome della band, accompagnato da una improbabile grafica costituita da un sorriso malandato e un tirapugni piuttosto inquietante. La formazione è essenziale: chitarra basso batterivoce; chitarre e voce sono in primissimo piano, come nella collaudatissima formula Extreme, perfetta per un disco d’impatto e destinato a essere suonato dal vivo in decine di palchi. I riff di chitarra si susseguono martellanti. Nuno non c’è ma si sente la sua presenza nel background dei musicisti all’opera, con riferimenti Zeppeliniani e composizioni pensate con la batteria in testa. Gary rispolvera soluzioni che si sono sentite nell’album più asciutto che abbia mai cantato, quel Waiting for the Punchline del ‘95 che sancì la fine degli Extreme dell’epoca travolti dalla piena ondata del grunge. Si riconoscono poi alcuni cenni di riferimento ai Sex Pistols e al punk delle origini (Just War Theory) , però suonato bene. C’è persino un riferimento accennato nelle melodie a Working Class Hero di Lennon nel pezzo finale The Murder of Daniel Faulkner. I suoni sono semplici e curati, di buona qualità, come si conviene a chi esce da scuole come la Berklee, pochi fronzoli e tanta sostanza. C’è addirittura spazio per alcune fughe di genere con schitarrate folk/country e addirittura reggae (Just War Reprise) . Energia, immediatezza, voglia di saltare, di scatenarsi su un palco, di duettare di fronte a groupies impazzite, di divertirsi nel senso più rock e sudato del termine, sono gli elementi che più emergono da questo disco. Irriverente, graffiante, hard rock vecchia maniera che piacerà ai conservatori del genere. Questo è un disco che nasce da una necessità fisica, ormonale, istintiva. Questo è un disco rock.