Gli Hollow Echoes sono una giovane band, formatasi nel 2021, che in questi giorni ha pubblicato il suo Ep d’esordio che reca lo stesso nome del gruppo. Quattro tracce che sono però così colme di intuizioni e di musica come spesso non lo soo neppure album interi.
E non mancano i motivi di interesse ed originalità, come lo è, per esempio, la voce di Martina Farinola, cantautrice coinvolta nel progetto voluto dal chitarrista e polistrumentista Walter A. Lanotte e completato dalle presenze del batterista Luigi Pascuccio, del tastierista e polistrumentista Francesco Stefanelli e dal bassista e chitarrista Francesco Schiavone. Quattro tracce dicevo che rivelano i connotati di una band che si muove molto bene tra svariati generi, sfiorandoli senza però farli mai del tutto propri. I brani sono ben strutturati, non inseguono mode particolari anche se hanno sapore molto anglosassone sia per la musicalità sia per le atmosfere che sanno generare. Raccontano storie, rappresentano personaggi, colorano sensazioni e momenti non badando troppo alla fruibilità di ogni singolo brano, ma alla piacevolezza che ne scaturisce all’ascolto anche per le soluzioni che via via vengono proposte. In particolare in “Counting the Days” si ha modo di apprezare una struttura musicale composita, che sa comunque offrire un senso di continuità al brano pur nelle variazioni che lo caratterizzano. La voce di Martina è sempre decisa, sicura, puntuale, anche nel brano più impegnativo, “If You Are Kronos”, che la vede caratterizzare con diverse tonalità due personaggi senza mai generare strappi; e sempre in questo brano, stupisce piacevolmente quel tempo di valzer che traspare a tratti anche con una certa evidenza, senza mai banalizzare una costruzione musicale in sè assai più ricercata. Questo Ep, che è un buonissimo lavoro, va riascoltato più volte per scoprirne i dettagli ed anche la pienezza. Merito dell’intera band, senza eccessi e senza iperboli, come accade a chi sa fare musica.