E’ uscito da pochi giorni, preceduto dalla distribuzione di alcuni singoli, “Hiraet”, il secondo album della cantautrice ed attrice berlinese Joanna Gemma Auguri. Un’artista con una storia difficile e sofferta che la vide lasciare con la sua famiglia, a soli cinque anni, la Polonia del generale Jaruselski con destinazione Parigi. Poi, la fuga ebbe una destinazione diversa e il nuovo approdo fu la città tedesca di Gottingen; successivamente, appena sedicenne, Joanna si trasferì prima ad Hannover e poi ad Amburgo, anni folli e difficili come un vortice oscuro dal quale la ragazza uscì a stento trasferendosi a Berlino ove frequentò una scuola di recitazione.
Da attrice a cantautrice l’evoluzione fu quasi spontanea e dopo una curiosa esperienza a Londra (ove si esibì anche con diverse band) nel 2021 uscì il suo primo album intitolato “11”. Ma la sua vera opera prima doveva ancora nascere ed è oggi rappresentata da questo album, “Hiraet” che in lingua gallese descrive uno stato d’animo che sta tra nostalga e desiderio. E questo è nella sostanza il sentimento che pervade l’intero lavoro realizzato grazie alla collaborazione con Ingo Krauss ed accanto a musicisiti che hanno saputo far vivere le atmosfere e la giusta intensità di questo progetto. “Hiraet” è caratterizzato da dieci tracce e va subito detto che non è un disco facile, non è un disco leggero (tutt’altro), non è un disco destinato ad un ascolto distratto. E’ però un lavoro che mette in luce la bellissima voce di Joanna, l’intensità della sua interpretazione e gli angoli bui della sua anima che non ha mai smesso di sperare e di sognare. Le canzoni hanno un andamento lento, a tratti molto lento, con un incedere quasi solenne; c’è un qualcosa di onirico, quasi di irreale, ma nel contempo c’è tutto il peso di un cammino vissuto. E’ difficile definire semplicemente canzoni questi brani tra i quali scelgo “Break out” che ha nella sua maestosità un qualcosa di epico, la dolcezza lieve di “Alone”, il vorticoso “Circles” e la raffinata esecuzione di “Fath lost”, senza nulla togliere ai restanti sei brani forse semplicemente gravati da una fruibilità meno immediata. E’quello di Joanna Gemma Auguri un album che suggerirei a chi nella musica cerca dimensioni che non siano limitate ad una parentesi ludica ed a chi ama ancora dedicare il proprio ascolto a chi sa cantare ed interpretare con intensità.