E’ in circuitazione da pochi giorni “Good’n’ Evil”, il secondo album degli Anims, un band hard rock caratterizzata dalla voce femminile. Sarò franco, di band che propongono un rock simile ve ne sono moltissime e la struttura dei brani è più o meno sempre la stessa: schitarrate all’inizio, poi la voce del o della cantante e poi ancora strumenti a distesa secondo un copione che si ripete (ma si rinnova pochissimo) da alcuni decenni.
Ma nonostante ciò, ovviamente, non tutte le band sono uguali e quindi, a fare la differenza, non sono tanto i brani nella loro composizione, ma i dettagli, le sfumature, i particolari. Per quel che riguarda gli Anims, due sono le carte vincenti: la voce femminile e la pulizia dei suoni. La voce femminile nell’hard rock è una componente a rischio perchè, laddove accade che una band hard rock abbia una voce femminile, spesso questa o viene sovrastata dai suoni, o si altera in forma eccessiva, a dismisura. Qui la voce è decisa e ferma, ma mantiene la caratteristica del timbro e viene ottimamente assecondata. L’altro aspetto, quello legato alla pulizia dei suoni, in tanta parte dipende dalla dimestichezza con lo strumento e dalla capacità di saper mantenere la propria dimensione (importante ovviamente è anche il supporto tecnico in studio). Quando ognin strumento, anche nell’insieme, mantiene la sua riconoscibilità ne scaturiscono suoni distinti e puliti. Ecco dunque che può derivarne un risultato finale come quello di questo album (potevano comunque bastare otto tracce) che ci regala un rock ruvido, potente, aggressivo, ma piacevole.