“God of the Basement” è il titolo dell’album dei…God of the Basement di recente pubblicazione. Un album “pensato” nella sua concezione iniziale, con un percorso fatto di accelerazioni e sospensioni che rendono ogni brano un qualcosa di a sé stante pur se, soprattutto la linea ritmica e la voce, confermano l’identità di un progetto che trova la sua valenza soprattutto nelle soluzioni di arrangiamenti in cui nulla è lasciato al caso.
Come non è trascurata comunque la linea melodica che contribuisce a fare di questo cd un lavoro che alla fine risulta essere, almeno per tre quarti, piacevole. Qualche cedimento fisiologico si coglie qui e là ( per esempio “Kay” è un brano che non decolla, forse perché viene dopo “Beaten Up” traccia che invece “morde” con decisione), ma c’è buna materia in grado di consentire un risultato soddisfacente. I suoni sono puliti, anche nelle dimensioni più spinte; la voce trova sempre la propria collocazione, anche quando la ritmica, che di questo album è quasi sempre un elemento di grande pregio, si fa più incalzante. E’ questo “God of the Basement” un album a suo modo d’ambiente, se non vogliamo pensare a questa dimensione solamente pervasa da elementi sonori troppo rarefatti, un album che si ascolta tutto d’un fiato, un lavoro forse non immaginato tanto come un’offerta destinata a grandi staticità d’ascolto, quanto a dimensioni live estremamente dinamiche o a quei momenti in cui è piacevole ascoltare musica senza rimanere fermi (il che con alcuni brani di questa band è affare veramente arduo). Un buon prodotto quindi, discretamente originale pur senza raggiungere vette di particolare eccellenza, con una propria identità e quindi anche per questo ancora più piacevole. L’etichetta è Alka Record Label per un rock alternativo.