Nel panorama musicale italiano che attraversa il folk per approdare a sperimentazioni fatte di suggestioni e musicalità diverse, si colloca Riccardo Prencipe, leader di un progetto denominato “Corde oblique”, che si avvale della collaborazione di svariati musicisti per dipingere di volta in volta con loro un mosaico di nuove espressioni, che ha quale denominatore comune la sua delicata e virtuosa chitarra.
Riccardo, ci racconti come hai iniziato il tuo percorso musicale?
Il progetto nasce nel 1999, con un altro nome: Lupercalia, si trattava di una realtà assai più vicina a sonorità NeoFolk, medievaleggianti e neogotiche. Il nostro disco d’esordio venne prodotto dalla World Serpent (etichetta di Death in June, Current 93 e Anthony and the Johnson). Nel 2005 sentivo che la musica che scrivevo non aveva più troppo a che fare con quelle sonorità, che tuttvia rimanevano piacevolmente stemperate sottopelle, così pensai ad un nuovo nome: i Corde Oblique. Si tratta di un progetto aperto, mi piace scrivere canzoni per tante tipologie vocali diverse.
Quali sono state e sono le tue fonti d’ispirazione?
Inizierei dal presente: ultimamente ne stanno emergendo di nuove, sto leggendo molti poeti contemporanei: Carver, Erri de Luca, Franco Marcoaldi, e il narratore italiano che mi ha letteralmente folgorato: Gianni Celati. I miei ascolti musicali si stanno spostando verso altri lidi: Radiohead e Portishead in primis, ma nelle mie playlist personali non mancano mai Dead can Dance e tanta musica medievale. Per quanto riguarda il passato la Storia dell’Arte è stata, ed è tuttora, un leitmotiv fondamentale nella mia vita.
Com’è la tipologia del pubblico che vi segue?
Siamo felicissimi di constatare sempre più di avere un pubblico “colto”, ma soprattutto sveglio e reattivo, per questo diamo molto peso alle loro impressioni e opinioni, che sono sempre molto fruttuose per noi musicisti.
Cosa ne pensi dell’ambiente musicale nel nostro Paese, sia dal punto di vista artistico che del business?
Penso sia vivissimo, purtroppo come ogni cosa ci sono le realtà approssimative e quelle professionali, il problema non è nei contesti, ma dentro di noi. Artisticamente la cosa più difficile è distinguere la qualità in ciò che è contemporaneo. Mentre è facile parlare bene di ciò che il tempo ha ormai assodato.
E per quel che riguarda i progetti futuri?
A breve uscirà il primo singolo, in forma di video ufficiale, tratto dal nuovo album. Stiamo finendo i mixaggi del disco e ne siamo soddisfatti a pieno. Ogni sterzata è una scommessa, il lavoro è stato lungo e faticoso, speriamo soprattutto di aver lavorato con buon gusto. Ci saranno diverse new entries strumentali e vocali, anche se la maggior parte dei brani sono stati interpretati da Floriana Cangiano, voce con cui lavoro da diversi anni e la cui maturità artistica conferisce da sempre un valore in più alle cose che scrivo.