Gabriele Savasta, il “cantautore statale”

Gabriele Savasta è un cantautore di origini siciliane che tramite il suo ultimo album, “Un ignorante intellettuale”, lancia tra gli altri uno strano e curioso messaggio. Lo fa con un bramo brevissimo (neppure un minuto) intitolato “Un cantautore statale” caratterizzato da un testo ancor più breve.

Dice: “Io sono un cantautore statale/ pagato dallo Stato per cantare/ con la discografia in crisi/ l’artista impiegato a far mi misi.”. A seguire, nel libretto che accompagna il cd, il seguente commento: “Questa traccia ovviamente non è una canzone. Essa contiene un piccolo intervento del ‘cantautore statale’. Chi è? E’ un mio personaggio con il quale tento di portare nel cabaret il dramma del cantautorato. Con la discografia in crisi e senza un produttore il cantautore statale si ritrova a lavorare nel pubblico. Lui è il primo artista-impiegato della storia e porta ad una riflessione per me importante che si potrebbe sintetizzare in domande del tipo: perché un artista non deve avere una remunerazione costante? Perché non ha diritto ad uno stipendio fisso?”. In realtà, l’intero album è un condensato di autoironia, che attraverso testi divertenti offre spunti per un vero e proprio spettacolo che va al di là del semplice concerto. Musicalmente gradevole, ben arrangiato, in alcuni casi caratterizzato da brani che giustificano più una dimensione cabarettistica che non un’espressione puramente cantautorale, rappresenta comunque un lavoro interessante che propone in alcuni casi funambolici giochi di parole che fanno pensare più all’arte affabulatoria dell’attore che non al verso sofferto del cantautore. Anche per questo il cd è interessante, immaginandone la rappresentazione in chiave teatrale

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