Francesco Renna, canzoni “sottovetro”

Al primo ascolto del promo “Appunti dal blu”, vien da chiedersi cosa c’è che non va. Le musiche sono quelle “tipiche” della scuola cantautorale, con molta chitarra e frequenti contrappunti di armonica. Gli arrangiamenti, al netto di qualche piccola ingenuità formale, non sono poi mal fatti, e contengono anche qualche spunto interessante.

I testi sono ben scritti, i concetti comprensibili, scivolano via piani senza mostrare particolari pecche. Nemmeno l’interpretazione è davvero censurabile, pur se l’espressione vocale presenta alcune evidenti fragilità. Alla fine però, pur senza difetti eclatanti, il discorso non arriva. Non riesce a toccare mente e cuore. E’ come se una parete di vetro ci separasse dal messaggio che l’autore voleva trasmettere. L’impressione generale è quella di un compitino ben fatto, preparato con attenzione e diligenza, e messo in bella copia. Ordinato, carino, preciso. Ma freddo e formale, frenato e prudente, senza quei guizzi di passione o fantasia che potrebbero far passare in secondo piano, o addirittura dimenticare, le imperfezioni tecniche che purtroppo ci sono. E che in questo nitore un po’ didascalico spiccano in modo spietato. Bisognerà quindi che Francesco lavori ancora un po’ su due fronti: su quello della paziente, diligente preparazione al fine di migliorare i difettucci tecnici e formali, ma anche su quello della creatività, per instillare nel suo lavoro quell’afflato audace, quel piccolo tocco di follia che differenziano una canzoncina ben eseguita da un pezzo che ti entra nel cuore e ti resta nella memoria.

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