“Giardini” è il debut Ep dei Cascate, duo romano che si muove in un contesto synth-pop (molto synth ed un po’ meno pop) con cinque tracce dalle quali si coglie al volo qualche buona intuizione, ma nel contempo almeno altrettante sono le perplessità.
S’inizia con “Souvenir”, un brano molto scandito in cui la voce femminile diffonde inizialmente atmosfere confidenzial-sensuali, per estendersi poi in una dimensione più ampia e decisa senza tradire incertezze; il brano è piacevole e lo sarebbe ancor di più se non si diluisse in un finale un po’ ossessivo. “Fino alla fine” la definirei una canzone rarefatta nella quale la parte synth esplode sino a sommergere, poco a poco, la voce; il brano è noiosetto con una linea melodica piuttosto indecifrabile. “Horror show” gioca molto sugli effetti, la voce si avvolge su sè stessa alle prese con un testo un po’ naif, la musicalità molto elettronica si discosta ancor più da una struttura più consolidata di canzone. Vocalmente più percettibile è invece “Giardini”, il brano che dà il titolo al progetto e che gode anche di una maggiore fruibilità. E si approda a “Fragile”, canzone che rispetto alle quattro precedenti, si presenta con un’ampiezza musicale diversa che riesce a conferire al brano una sua profondità, attenuandone la freddezza; non può dirsi una canzone che “arriva”, ma risulta più piacevole all’ascolto. Indubbiamente l’uso dei sintetizzatori si avvale di una buona tecnica e la voce ha indiscusse potenzialità, ma queste Cascate, alla fine, risultano un poco irrisolte e la sensazione è quella di un tentativo un po’ furbetto di ammaliare con gli effetti più che con i contenuti.