I GIOVANI A SANREMO: LA RAI HA FATTO LA SUA PARTE I GIORNALI NO

«Tra le tante cose che dite e che fate, vi capita mai di pensare anche agli artisti della sezione giovani del festival?». La domanda di Marinella Venegoni rivolta (chissà perché) a Luca e Paolo nel corso della conferenza stampa di venerdì all’Ariston, è di quelle che potrebbero suscitare un interessante confronto, che sarebbe bello animasse la rassegna sanremese, più degli abiti della Canalis o dei fianchi della Bellucci. Il fatto è però che a porla è la persona sbagliata ed in pochi minuti si dimostra il perché. Intanto, ovviamente, Luca e Paolo “scaricano” il quesito in altra sede, limitandosi a dire che i giovani del festival di Sanremo hanno un “padrino” d’eccezione che è Gianni Morandi, che pare stia loro vicino con grande assiduità e passione. E su questo non dubitiamo. Ed è poi lo stesso Morandi ad evidenziare, rifacendosi ai dati di ascolto della serata di giovedì, che sarà pur vero che le nuove proposte sanremesi calcano il palcoscenico abitualmente in ora tarda, ma raggiungono comunque milioni di spettatori come nessun’altra promozione consentirebbe loro di fare. Ma la risposta più bruciante viene dal direttore artistico del Festival, Gianmarco Mazzi. «La Rai per questi ragazzi credo abbia fatto la sua parte» ha detto «mandando in onda i loro brani, quest’anno per la prima volta, per settimane prima del Festival, nel corso di varie trasmissioni radiofoniche. E ne ha fatto conoscere i volti grazie a svariate puntate di “Domenica in” che hanno permesso al grande pubblico di “incontrare”, uno ad uno, i giovani in gara. Purtroppo, quando si è trattato di contare su di un analogo impegno da parte della carta stampata, questo è venuto meno. Alcuni giornali hanno parlato solo di alcuni di questi ragazzi, I più non ne hanno parlato per nulla. E’ evidente che se l’obiettivo è quello di promuovere i progetti degli artisti più giovani, ma nell’ambito della comunicazione non si riesce a trovare una concreta coesione,tutto diventa più difficile». Il discorso di Mazzi non fa una grinza e svela sostanzialmente qual è l’anello mancante di una catena già di per sé piuttosto fragile perché facile ad incagliarsi in innumerevoli interessi di varia natura. La carta stampata quando parla di musica lo fa per presentare i nuovi lavori discografici o i concerti dei soliti noti. Molto raramente si sbilancia nel sostenere qualche nuova proposta. Ma si sa anche che quasi sempre lo spazio riservato alla musica è quello che le case discografiche acquisiscono investendo risorse rilevanti, che vengono destinate a prodotto “vendibili”, cioè appunto le grandi star che già riempiono gli stadi e qualche disco riescono ancora a piazzarlo. I giovani sono un investimento, almeno inizialmente, a fondo perduto. Ecco perché, quasi sempre, la loro prima visibilità la devono all’area indipendente. Ed è curioso che Marinella Vengono ponga una domanda di cui dovrebbe già conoscere la risposta, essendo lei stessa parte di quella risposta.

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