Fitto e carico, sono gli aggettivi che vengono in mente all’ascolto di questo “Fratelli” ultimo lavoro del cantautore ligure Geddo. Fitto di parole, concetti, idee e spunti, e pure di brani (ben tredici). Carico di emozioni e contenuti che si spingono in ogni direzione.
C’è molta interiorità nelle riflessioni sull’amore e sulla famiglia, come in “Resta”, “A colpi di Karate”, “Perdersi”, “La tua finestra”: amori in corso, amori passati, amori perduti, tra rimpianti e ricordi, goffaggini e speranze. Poi ci sono i ritratti. Quelli di personaggi eccentrici e fuori dalle righe, nel ricordo come “Parlandone da vivo” o nell’attualità in “Come un pazzo”. E l’ironia un po’ dolente e un po’ tenera delle incomprensioni amorose che si barcamenano tra amicizia o forse qualcosa di più, o forse no, come in “Differenze” e “Anna vorrei”. Quando si va sul sociale, diventano sarcastici i toni di pezzi come “Fino all’alba”, che tratteggia l’ossessione di molti per i locali e la vita notturna, duri quelli di “La guerra tra poveri” sull’odio che scorre sulle tastiere dei social e la spregiudicatezza di chi quell’odio suscita, alimenta e dirige per propria convenienza, accorati quelli di “Su la testa”, un’esortazione al coraggio a chi fa musica per passione e mestiere e non solo per denaro. Ironia amara e quasi surreale troviamo in “Condominio terzo piano scala B” vicenda grottesca di uno sfortunato voyeur delle vite altrui. Insomma, c’è molto da ascoltare da un autore ed interprete che ha molto da dire. Le molte suggestioni sono supportate da basi musicali molto lineari, corrette e ben suonate, con molto unplugged e l’apporto di ottimi strumentisti, ma che non concedono spazio a particolari voli pindarici a livello di arrangiamenti o ad accattivanti orecchiabilità, lasciando che siano i testi ed i contenuti a sostenere di gran lunga la parte del leone. Un disco che richiede ascolto attento, fatto per suscitare pensieri e riflessioni.