CORINNA CON “ANCESTRALE”, SCELTA CORAGGIOSA MA DIFFICILE

E’ da pochi giorni in circuitazione “Ancestrale”, l’Ep che segna il debutto di Corinna (al secolo Corinna Di Petrillo, cantautrice e produttrice della provincia di Siena; i primi approcci con la musica li ha con il jazz ed il modern, successivamente si avvicina al punk ed in tempi più recenti, approccia la musica elettronica). Il suo primo Ep è certamente un progetto coraggioso, fuori dagli schemi abituali, non rivolto alla ricerca di una facile fruibilità, a suo modo originale, non del tutto riuscito, ma con alcuni tratti che lasciano intuire potenzialità interessanti, sia dal punto di vista vocale sia da quello musicale.

Le tracce sono cinque e la prima è quella che dà il titolo all’intero lavoro, ci immerge in un’atmosfera strana, che intreccia un passato che riemerge dall’universo con il presente caratterizzato dalla voce quasi infantile di Corinna che si fa largo nella profondità; nell’insieme picevole.  “Che male c’è” è una canzone non molto fruibile al primo ascolto, ma ben eseguita; la voce è sempre limpida e di interessanti estensioni; un decollo difficile anche perchè il brano rischia di diluirsi troppo nella seconda parte. “Tagliamo i ponti” non mi convince soprattutto per la scelta du quel cantato così rapido che ammucchia parole su parole rendendole talvolta incomprensibili; ha il dono della brevità.  “Piccola bastarda” non è certo una canzone immediata e pur riconoscendo a Corinna il coraggio di essersi avventurata su questo percorso, non nascondo che mi piacerebbe ascoltare le sue potenzialità vocali alle prese con altro genere di canzoni che forse potrebbero risultare più premianti (ehm….schiarirsi la voce al microfono in fase di registrazione non è il top e non lo sarebbe neppure se si trattasse si una scelta voluta, come credo sia visto che ad eliminare l’effetto ci sarebbe voluto davvero poco). E si va a chiudere con “NSCS” che nella prima parte eccede forse un po’ troppo nella sperimentazione sia vocale sia musicale, con frazioncina finale inzuppata nel rap, anche se un buon arrangiamento parrebbe voler attenuare questo piccolo delirio. Che dire dunque? Onore al coraggio ed alla personalità che Corinna mostra nel voler porsi alla ricerca di altre dimensioni espressive senza cadere nell’omologazione, il che è comunque positivo. La voce c’è ed è cristallina ed interessante. C’è parecchio da lavorare per raggiungere una cifra artistica che risulti meno spinosa alle orecchie di chi ascolta.

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