E’ in circuitazione da alcune settimane “Lotto contro me stesso”, il nuovo album di J.S.P. Crew. Potremmo dire che siamo al rap usato ed abusato, in verità senza spunti nuovi, ci limitassimo ai testi che divengono la testimonianza trita e ritrita di un disagio, una protesta, un lamento, una condanna, sentimenti che stanno attraversando ormai generazioni di giovani, infrangendosi, come le onde sempre uguali, su scogliere di ascolto che di fatto stanno allargando sempre più il divario tra il rap come fenomeno sociale e la musica.
Ma qui ci troviamo al cospetto di un paio di novità che invece meritano di essere prese in considerazione. J.S.P. Crew non è il nome criptato di un solitario rapper, ma è quello di una band. Ed il rap trasferito nella dimensione di una band rappresenta già di per sè un discreto elemento di novità. Lo è ancor più nella misura in cui questo elemento determina anche la ricerca di una musicalità nuova e diversa, più ambiziosa e più matura, più “pensata” e meno buttata lì inseguendo improbabili rime, come da troppi anni sta accadendo in Italia e nel mondo. Le fasi introduttive di ogni brano, sono all’insegna di ottima musica, che sposa jazz e soul e che rivela il tentativo di una ricerca che va oltre la moda, ma vuole lanciare un segnale nuovo: chi fa rap non è necessariamente uno sfigato che parla in rima su basi sempre uguali. Questa band fa rap, ma anche grazie all’ausilio di preziose ed interessanti collaborazioni, fa capire in fondo che il rap rappresenta, forse, la pagnotta, ma la musica è un’altra cosa. E si permette anche una traccia, sia pure di un solo minuto, interamente strumentale, che si allaccia in qualche modo alle note introduttive di ogni brano per dirci che il rap è un mezzo, ma il fine è un altro e questi signori la buona musica sanno come è fatta e come si fa. Ecco perchè questo album merita un ascolto. Se è vero che è giusto cogliere i segnali che le generazioni più giovani ci lanciano, allora è doveroso coglierli tutti e cercare di interpretarli. Può essere che in futuro i J.S.P. Crew continueranno a fare rap, ma con questo disco ci hanno dato il conforto di una certezza: sanno che esiste anche l’ottima musica e ne fanno tesoro.