CON GLI “ORACOLI” DI LAURA BENVENUTI OTTO TRACCE TENUI

E’ uscito da pochi giorni il nuovo album della cantautrice riminese Laura Benvenuti intitolato “Oracoli”, otto tracce, due delle quali, in due versioni diverse, riguardano il brano che dà il titolo al progetto.  E’ questo album un lavoro accurato, evidentemente affrontato con molta determinazione e passione, realizzato con il coinvolgimento di musicisti di ottima professionalità, ma che alla fine non riesce a decollare del tutto poichè ci si ritrova a raccontare di otto brani ben eseguiti, ma sostanzualmente di poco sopra la sufficienza, a prescindere da chi li interpreta o da chi li potrebbe interpretare.

Laura Benvenuti, almeno per quanto lascia intuire con questo lavoro, ha una voce alla Carla Bruni o poco più, quindi le tinte della sua tavolozza vocale non sono moltissime, il che rischia di fare apparire questo disco un po’ monocorde, nonostante gli ottimi arrangiamenti che sorreggono quasi tutti i brani. Ma passiamo all’ascolto. S’inizia con “Agosto”, voce flebile, ottimo arrangiamento, brano alla fine gradevole, ma che non suscita particolari entusiasmi. “Rondini a maggio” è una canzone strutturalmente semplice, ma musicalmente interessante, vocalmente un compitino ben eseguito. Un po’ meno convincente è “Tempo” che “arriva” poco e non si avvale nemmeno di arrangiamenti particolarmente coinvolgenti. Più interessnte, almeno dal punto di vista testuale, è “Alma Gèmea” che è un brano delicato, interpretato con garbo, dalle tinte a tratti oniriche, nell’insieme molto piacevole. Un po’ claudicante è la linea melodica di “Neve” nonostante un ottimo arrangiamento che non basta per fare decollare la canzone. “Oracoli” è il brano che dà il titolo all’intero progetto ed almeno da questo mi sarei aspettato una ventata d’aria diversa ed invece non si va oltre una buona interpretazione di un brano che non incide (altrettanto potrei scrivere per la versione acustica che chiude il cd). E finisco con “Amore così com’è” che a tratti è una cantilena un po’ scontata e poco persuasiva. Inomma, ci troviamo al cospetto di uno di quei lavori dei quali non si può dire male, ma neppure troppo bene ed il problema è proprio questo. Una raccolta di brani che si appiattiscono su di una mediocrità complessiva e che, soprattutto, non dispongono della forza propulsiva di una sola canzone destinata a lsciare una traccia significativa alla fine dell’ascolto. Di conseguenza non ne esce in modo definito neppure la cifra artistica di Laura Benvenuti.

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