Eravamo alle prime battute di questa rivista, quindi ormai diversi anni fa, e ci capitò di recensire un cd di musica rock decisamente interessante. Il gruppo si chiamava Underground Railroad, e il cd s’intitolava “Moving the Mountain”. Una prova musicale, ricordiamo, decisamente positiva, energetica, musicalmente originale e di alta qualità. Poi non sentimmo più parlare di questa band. Oggi veniamo a sapere che purtroppo, come spesso accade, non esiste più. Ma non tutto è perduto. Il suo principale ispiratore, l’autore, polistrumentista e vocalist Enrico Cipollini, ha continuato la propria attività musicale, pur discostandosi dal rock “duro e puro” per approcciare uno stile acustico più pacato, tra il country e il blues in fingerstyle, in una produzione in cui il rock costituisce solo un’eco lontana, solo a tratti e vagamente percepibile.
In questo suo “Stubborn Will”, Enrico dà prova della sua indubbia vena creativa, nonché capacità tecnica. Le atmosfere sono rigorosamente “all american” ed immediatamente ci proiettano nei grandi spazi dell’ovest, su piste polverose verso destinazioni ignote (“No going back”) o evocano pensosi pomeriggi all’ombra di un porticato di legno, a riflettere sulla vita e sull’amore (“Nobody, Found, Run alone, You think you do”). Momenti in cui la base musicale in fingerpicking diventa una tela su cui tratteggiare sentimenti struggenti ed emotivi (“Evelyne”) con la frequente complicità di una insinuante armonica (“Late Night Train”). Pregevoli inserti di altri strumenti violino (molto coinvolgente in “Old Days”), pianoforte e violoncello impreziosiscono gli arrangiamenti, comunque ottimamente assemblati. Un’ottima registrazione confeziona il tutto in una raccolta di non comune levatura. Piacevole sotto ogni punto di vista, sia per un ascolto distratto, un sottofondo di puro piacere uditivo, sia per una fruizione più attenta e meditata, nella quale anche il contenuto dei testi, affatto banale, ha un suo importante ruolo. Consigliatissimo.