CHARLIE, UN’ITALIANA MADE IN USA

Soffia un’aria decisamente oltreoceano tra i brani del cd “Ruins of Memories” della cantautrice Charlie. Autrice ed interprete italianissima, anzi ligure, al secolo Carlotta Rissi, ci confeziona un’opera prima che di italico non ha assolutamente nulla.

E’ un “oggetto musicale” totalmente Made in USA (lo è peraltro davvero, visto che leggendo i credits del cd scopriamo che il mastering – di ottimo livello, va detto – è stato effettuato a Milwaukee, nel Wisconsin). Ci si aggira fra tradizionalissime atmosfere folk, country, western, con inserimenti – eleganti, e mai inopportuni o dissonanti – di elettronica e indie.
Il lavoro, quasi nella sua interezza, è pervaso da uno spirito brillante, rasserenante anche quando scivola verso il melanconico. E che mantiene questo mood anche quando i testi propongono temi di un certo peso, come in “Rosemary”, imperniato su una certa frustrante condizione femminile. Un album che ci accompagna musicalmente tra diverse atmosfere ed epoche. Si viaggia dal polveroso West di “Ash and Arrow”, ai primi anni ’60 del secolo scorso, sulle note di “Innocent Sweet”, brano che potrebbe comodamente fare parte della colonna sonora di musical come “Grease” o serie come “Happy Days”. L’unico punto in comune, per tutto il lavoro, resta l’atmosfera rigorosamente All American. E’ per questo che l’ultimo pezzo stupisce e sconcerta, perché esce completamente dall’atmosfera, per inoltrarci in un ambiente oscuro, psichedelico, un po’ inquietante e non geograficamente individuabile, con “The Road”, cupo ed onirico, ma dal sound più moderno. Segue un ghost track, “She” che è una pregevole, piccola oasi di sognante dolcezza giocata sulle tonalità più lievi della voce di Charlie con le corde di una chitarra magistralmente “solleticata”. Un lavoro di ottima qualità. Uno di quelli che può costituire un’ottima, convincente confutazione a chi sostiene che la produzione indipendente italiana non sia in grado di produrre nulla di nuovo o convincente. Le cose buone, come si può constatare, ci sono. Ciò che manca è la volontà di promuoverle, diffonderle e sostenerle come meriterebbero.

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