“Arrivederci Emilia” è il titolo dell’album di Daniele Castellani. Sette tracce che scivolano via veloci, caratterizzate da un pop-rock mai invadente, che strizza l’occhio anche allo ska ed al ritmo cadenzato delle ballate. Un progetto che piace più dal punto di vista musicale che non per la voce di Daniele, non sempre convincente ed in alcuni casi non sufficientemente graffiante.
Il primo brano si intitola “Oslo” e coinvolge subito per la sua vivacità e per la dinamicità degli arrangiamenti che generano le premesse che giustficano l’attesa di un buon lavoro. “Canzon d’amore sul lastrico” è il curioso titolo di un brano che forse più di altri mette a nudo la non troppo convincente personalità vocale di Daniele, che per altro è autore di musica e testi di tutti i brani compresi nell’album. “Arrivederci Emilia” è la canzone che dà il titolo al cd ed in effetti risponde alle attese; è un buon brano che riecheggia arie ska e lo fa gradevolmente, con buoni arrangiamenti. Segue “Fantastici poemi”, brano in cui, almeno nelle primissime battute, pare di cogliere un cantato più sentito, che però si affievolisce via via che la canzone prosegue, per altro anche un po’ penalizzzta da una linea melodica a tratti incerta. “Fredda è la notte” è invece il brano più bello dell’album, ha un andamento molto fruibile, un bel testo che dipinge in modo efficace situazioni ed emozioni, insomma, tre minuti secchi che “entrano”. Come è altrettanto piacevole “Snowland”, brano solo strumentale di meno di due minuti, ricco di piacevoli effetti, che ci accompagna verso il brano finale, “Maledetti posters”, interessante musicalmente e ben strutturato, pur senza raggiungere vette di particolare eccellenza. Daniele Castellani, nell’insieme, scrive cose belle, che dovrebbe però far cantare ad altri perché a ben guardare è proprio la sua voce l’anello debole di un progetto che ha una sua originalità ed un suo pregio. Un pregio che emerge complessivamente da una buona dimensione musicale ed in modo più specifico soprattutto in un paio di brani, forse anche più di un paio, se riuscissimo ad immaginare quelle canzoni interpretate da un’altra voce.