“Inchiostro” della cantautrice toscana Letizia Fuochi è un album molto “lavorato” a cominciare dai testi che, sin dalla prima traccia, “Canzone del tempo presente”, pongono in risalto, ancor prima della vocalità di Letizia e delle sonorità dell’ottimo gruppo di musicisti che l’accompagna, una ricercatezza letteraria non comune che riesce a catturare l’attenzione di chi ascolta per cercare di cogliere davvero il senso delle parole (e non sempre ci si riesce).
“Uno strano tormento” è più fruibile ed a tratti divertente e l’ascolto si fa più vigile sulla voce limpida della cantautrice che non va mai sopra le righe. “Dolceamaro (già canto dé pazzi)” presenta un’intro molto coinvolgente grazie all’arpa di Claudia Duranti e poi un’esecuzione per arrangiata che ne fa una canzone di immagini più che di narrazione. Il brano forse più bello dell’album è “Quello che tu chiami amore”, che è caratterizzato dal testo più intenso del cd con alcune intuizioni poetiche sulle quali ci si sorprende a soffermarsi gradevolmente (“…singhiozzi di pioggia hanno abusato dell’erba…”); l’arrangiamento è incalzante in un crescendo che coinvolge progressivamente ed immerge nel brano sino all’ultima nota. “Il mio analista scuote la testa” ha una linea melodica un po’ complessa, ma ciò che va a rappresentare è piacevole anche se qui approdiamo alla sottigliezza letteraria fatta di accenti (ésca ed èsca) che saranno in pochi a cogliere (ma Letizia viene dalla patria di Dante e la concessione è d’obbligo). “Festa di paese” è un brano che invece “arriva” con facilità e si avvale di un “giro” di chitarra molto piacevole, senza per altro mai scadere nella banalità. Brano curioso nel testo e vivace nella soluzione strumentale è “Mordilingua” mentre “Disegno proibito” è un piccolo capolavoro di raffinatezza letteraria nel descrivere il tratto amoroso con tinte tenui, come un acquerello, avvolto in un arrangiamento che rispetta in pieno l’inteto narrativo. Con “L’antro della fata” si affaccia la dimensione più rock di Letizia Fuochi, la cui voce qui si fa più decisa ed aggressiva con sottolineature pressochè costanti di una chitarra dai suoni più duri; un buon brano, ben strutturato, forse il più complesso dal punto di vista degli arrangiamenti. E si approda all’ultima canzone, “Indelebile”, brano molto ritmato ed ancora dalle tinte decise con la partecipazione di Rio Mezzanino che mette mano all’arrangiamento di questa canzone, subentrando a Daniele Bao che si è occupato degli arrangiamenti di tutte le altre tracce. In questo brano emergono caratteristiche meno cantautorali e più prossime ad un pop/rock vivace ed immediato. Siamo al cospetto di un progetto riuscito, quasi privo di cali di tensione, che restituisce alla parola la propria nobiltà e che nella dimensione strumentale pone in risalto ottime individualità, ma anche un ben equilibrato lavoro di squadra. (Letizia Fuochi – “Inchiostro” – Materiali Sonori)