AVAST SI, MA CON PIU’…SEMPLICEZZA

“Lavatrici” è l’ultimo cd degli Avast, gruppo lucano dalle buone potenzialità. Un lavoro che si basa moltissimo sulla raffinata esecuzione strumentale e la ricercatezza degli arrangiamenti. Il suono risulta un po’ vintage, oscillante tra il prog e lo psychedelic rock, con qualche tocco soft di jazz. Un sound in cui è la chitarra, elettrica ed acustica, a farla da padrona.

 

Alcuni dei brani sono caratterizzati da lunghe intro (“Lavatrici“, “Senza metterti la cera”), musicalmente piacevoli e capaci di suscitare toccanti suggestioni emotive. Interessante anche la cover italiana (con contrappunti dialettali) di “Poor boy” di Nick Drake. La voce di Benedetto Guadagno è suadente, matura, coinvolgente. Sarebbe in grado di esprimere in modo davvero efficace i testi. Lo sarebbe… se però i testi fossero efficaci. E qui si giunge a quello che, a nostro avviso, è il punto debole del lavoro. Le liriche qui nutrono grandi ambzioni. S’inerpicano in slanci poetici, si arrovellano fra simbologie ed ermetismi, frasi ad effetto e volute tortuosità, punteggiate qui e là anche da termini volgari che paiono invero spesso un po’ fuori contesto, quasi fossero una sorta di deliberato orpello aggiuntivo. Si percepisce come una sorta di “rabbia manierata”, indignazione e sarcasmi molto esteriori ma poco sinceri. La parte testuale insomma risulta troppo attenta alla forma espressiva per trasmettere vera, sanguigna sostanza. Non è detto che esporre i concetti in modo ermetico e complesso li renda più interessanti, anzi. Suggeriamo di utilizzare maggiore – per citare un brano dell’album – “Semplicezza”.

 

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