Il nuovo disco di Arianna Antinori è stato pensato (e realizzato) in grande: confezionato in una coloratissima e curata veste psichedelica, vanta la produzione di Mauro Paoluzzi – alla cui firma dobbiamo numerose pietre miliari della musica italiana – e un cast di musicisti e autori d’eccezione.
Fin dalle prime note l’album travolge con un suono caldo (ancor più nella versione in vinile), di rara potenza, radicato negli Anni Settanta ma declinato al tempo presente, con ritmica solida, chitarre affilate e riff micidiali. La voce di Arianna è una forza della natura: graffia e accarezza, tra amore e rabbia, provocazione e abbandono, tenerezza e disincanto. Canta ogni nota come se fosse l’ultima. Così ogni canzone trascende il suo significato e diventa sempre e comunque una questione di vita o di morte. Volendo indicare un riferimento, pur con tutti i distinguo del mondo, difficile non pensare a Janis Joplin. Caldamente consigliato. (Arianna Antinori, Hostaria Cohen Hostaria Records, 2017)