“Polvere e poesia”, il nuovo Ep di Antonio Pignatiello, è un lavoro che riconcilia con la canzon d’autore che a volte si ha la sensazione di avere perduto. Pignatiello vanta un buon percorso in studio e collaborazioni interessaanti con artisti di primissima fascia, partecipazioni a contest nazionali con buone affermazioni; è laureato al DAMS di Roma Tre, partecipa alla realizzazione di svariati videoclip e cortometraggu, canta a Sanremo Rock nel 2020 ed omaggia Franco Battiato reinterpretando “Povera Patria”.
Il nuovo Ep, che mette insieme tre dei suoi singoli pubblicati negli ultimi due anni aggiungendovi i più recenti “Terra” e “Polvere e poesia”, racchiude in cinque tracce un percorso artistico significativo ma, soprattutto, propone in un unico progetto il lavoro di un cantautore che suscita immediate attenzioni per quella sua espressione vocale apparentemente dura ma intensa e per la pienezza musicale dei suoi brani. S’inizia con “Terra”, brano dall’andamento sostenuto, gradevole all’ascolto, con una seconda parte che sfocia apertamente in sonorità mediterranee. “Cloè” mi ricorda invece atmosfere più country, vocalmente ben interpretata, musicalmente ad ampio respiro tanto da farmi imaginare la colonna sonora di un film. Segue “Giulia”, che è un brano intenso, una storia a suo modo delicata, di buona fruizione e ben arrangiata. Molto buono anche il testo di “Bianca” e sempre apprezzabile l’interpretazione ispirata e…sul pezzo, per usare un linguaggio giornalistico. E si va a chiudere con quello che ritengo il brano più bello, quello che dà il titolo al progetto, “Polvere e poesia” ove una voce nitida e profonda incontra sonorità altrettanto pulite ed un bel testo s’intreccia con accordi che “arrivano”, trasformando un andamento piano in una canzone comunque coinvolgente e convincente, come convincente è tutto questo Ep che regala scampoli di ottima musica ed ispirazioni cantautorali sempre meno frequenti. Vale l’ascolto…ed il riascolto.
