E’ da qualche tempo in circuitazione “Il mondo dentro”, l’album degli Anima ovvero i cantautori milanesi Umberto Ascione e Stefano Foglia. Un album di estrema fruibilità poichè i brani, caratterizzati quasi tutti da una linea melodica molto prevedibile, scorrono veloci, corroborati anche da arrangiamenti discreti, non fosse per il costante conflitto tra la voce ed una sonorità talvolta eccessiva e sovrastante.
Un po’ Renga e un po’ Masini e a tratti anche un po’ Ramazzotti, il progetto si sviluppa all’insegna di una complessiva mediocrità e non tanto perchè emergano pecche particolarmente perseguibili, che in realtà non ci sono, ma sostanzialmente perchè l’album non decolla mai, la voce è troppo spesso “tirata” su testi che appaiono quasi sempre piuttosto scontati, l’insieme strumentale lascia ad intendere di sapere il fatto suo, pur senza particolari picchi di eccellenza. Ed è proprio da queste considerazioni che scaturisce la sensazione di una manciata di canzoni molto “sanremesi” (ma del Sanreno degli ultimi anni, beninteso, cioè di un Sanremo che deve ormai sottoporsi ad ogni edizione ad un affannoso slalom tra i paletti del rap e ciò che rimane sono brani di questo tipo) ma destinati a non lasciare tracce profonde. Anche perchè, sia dai brani sia dalla loro esecuzione, non emergono mai elementi di particolare originalità che possano in qualche modo andare a definire una cifra artistica distinguibile degli Anima. Rimane, ovviamente, la dimensiobe live, che non conosco, ma che non credo possa ribaltare un’impressione maturata dall’ascolto, brano dopo brano, de “Il mondo dentro”. In tempi più recenti, gli Anima hanno anche realizzato un videoclip intitolato “Respiro nel vento”, scritto in occasione della perdita di ua persona cara e volutamente messo in circuitazione nei giornu più difficili della pandemia, con la speranza che possa giungere come un messaggio di conforto in un frangente di vita difficile per moltissime persone. Quello che riportiamo in video è appunto quest’ultimo e più recente lavoro. Paradossalmente, è più convincente questo singolo/video con l’intensità di un brano davvero vissuto, di quanto non lo sia l’intero album di cui ho detto poco sopra.