ANGELO SICURELLA, NOVE TRACCE PER IL SUO “CIGNI”

“Cigni” è il titolo del nuovo album di Angelo Sicurella, cantante, produttore, compositore di area cantautorale ed elettronica ma, principalmente, uno sperimentatore. E soprattutto in quest’ottica vanno ascoltati e letti i brani contenuti in questo nuovo progetto, caratterizzato da nove tracce. Sicurella lavora con il teatro, la danza, il cinema; la poliedricità del suo modo di pensare alla musica intreccia varie espressioni artistiche incontrando dimensioni che proprio nella sperimentazione trovano spazi inesplorati.

“Cigni” non è un lavoro facile, non guarda alla banale fuizione, ma segue percorsi forse non sempre facilmente individuabili, talvolta solo intuitivi, ma certamente tracciati con determinazione. S’inizia con le atmosfere rarefatte di “Fossili” che evoca mondi remoti, musicalmente interessante, testo ad immagini, un brano per altro molto suonato. “Città deserte” offre forse una lettura più immediata, la linea melodica va un po’ in salita, ma musicalmente la canzone è meno inpegnativa della precedente. In “Orbita” la voce di Angelo è simile  quella del biondo dei Cugini di Campagna, il brano è piacevole e ben arrangiato. “Emi” e “Proprio tutto” sono due brani che pssano nella categoria del gradevole ascolto, ma nulla più. “Cigni” è il brano che dà il titolo al progetto, è ben arrangiato e regala un testo ad immagini più ampie, più prossimo ad un testo narrante nel senso che abitualmente viene inteso. In “Universo” convince poco il “cambio di marcia” improvviso dopo un avvio promettente che poteva forse trovare uno sviluppo più coerente, il finale è affannoso, ma interessante, la voce di Sicurella, qui come in altri brani, non sempre convincente. “Giungla” è l’unico brano strumentale dell’album, si presenta con arie vagamente afro, musicalmente pieno e picevole. E si va  chiudere con “Aria”, appunto una “ventatina” conclusiva a giochi fatti, cioè quando la cifra del cd è definita. Come dicevo, non è un disco facile, la sperimentazione, come tutte le sperimentazioni, proprio perchè tale, non sempre “arriva” e la tavolozza dei colori della voce di Sicurella non è certamente tale da poter sfruttare troppe tonlità. Un discreto lavoro per quello che può e vuole essere, senza concessioni e senza sconti.

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