AMATORSKI, UN SOFFIO DI VOCE SULLE NOTE

Avevamo già avuto modo di apprezzare Amatorski, formazione belga pop alternative, in occasione della pubblicazione dell’album “Tbc”, tanto da immaginare per la band un successo che è puntualmente arrivato e che certamente si confermerà con la recente uscita del nuovo album, “From clay to figures”. Pochi fronzoli nel package del promo, un’eterea immagine di monti in copertina, bianco il retro con la semplice elencazione dei titoli delle 13 tracce contenute, nessun libretto con testi o altre info, raccolte per altro in controcopertina. Ma sin dal primo brano, l’atmosfera Amatorski riesce già a farsi percepire con chiarezza grazie alle note lievi che coniugano la sezione elettronica con una strumentazione più tradizionale, ma ancor più grazie alla voce di Inne Eysermans, che corre come un soffio sulle note.

Senza nulla voler togliere alla band, il valore aggiunto della formazione è senza ombra di dubbio questa ragazza con lo sguardo perennemente perso, con una voce lieve, ma con una genialità innata che sta alla base della composizone di tutti i brani contenuti nell’album, eccetto uno. “Hudson” apre ed a seguire “U-turn” pennella di tinte tenui ma decise l’avanzare di questo percorso onirico-musicale. “Wild birds” pone in risalto un arrangiamento con tanto pianoforte mentre “Boy/girl” pare quasi voler lasciare rifiatare chi ascolta offrendo una parentesi solo strumentale. “Fragment” è un brano che riprende il discorso da dove lo si era lasciato per poi avventurarsi nella più impegnativa “Warszawa”. Meno coinvolgente “Deer the wood” (solo il testo è di Inna Eysermans, la musica è di Saskia De Coster) mentre “She became a ballerina” apre con note inquietanti sovrastate dall’eco simile a quello di un motore lontano che crea un’atmosfera di mistero che si dissolve lentamente lasciando alla voce di Inne il compito di dipanare piano la nebbia che sembra avvolgerci. Sempre ricercati gli arrangiamenti con l’ausilio di effetti elettronici mai casuali. A seguire “Tiny bird”, che non è di certo il miglior brano dell’album e che lasciamo presto per ascoltare “How are you?”, sussurrato in apertura a due voci lasciando poi ad Inne il compito di accompagnare l’ascoltatore in un altro sogno, più ritmato, ma anche scandito da una linea melodica di fondo sulla quale si adagiano le sue parole, prima di approdare ad una prolungata conclusione. Solo strumentale è anche “+=+=+=+=+=+=+” che non è un linguaggio cifrato per alieni, ma un non titolo per una non canzone, unico brano non scritto da Inne bensì da Sebastian Van den Branden (rinunciabilissimo, a parte l’originalità è po’ folle del titolo). E si approda agli ultimi due brani, “Landscape gardening”, assolutamente diverso rispetto agli altri brani sussurrati da Inne, in questo caso un po’ sovrastata sa effetti elettronici non sempre gradevolissimi, per giungere al brano di chiusura, “Unknown” che ci restituisce gli Amatorski che conosciamo, con la voce di Inne che torna a sussurrarci note surreali corroborate da suoni più pieni che si spengono in un giro di basso. Un album assolutamente interessante e non solo per chi ama gli effetti elettronici, La conferma di un gruppo sempre più solido ed affiatato. L’album è prodotto da Crammed Discs.

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