“Tbc” di Amatorski è un album in cui la musica elettronica delle prime note va a comniugarsi con atmosfere rarefatte, oniriche, remote. L’effetto è quello di riuscire a catalizzare l’attenzione dell’ascoltatore che ben presto comprende come lungo questo curioso percorso musicale gli aspetti sorprendenti possano essere molteplici. A cominciare dal cantilenante andamento di “Fading” che apre il lavoro, per arrivare alla bellissima e sensualissima voce femminile di Inne Eysermans che scopriamo in “Soldier”.
E, ancora, altrettanto sorprendenti, le ampie melodie che caratterizzano “Never Told”, assolutamente inusuali per una formazione che affonda le proprie radici in Belgio, in quel centro-nord europeo ove a trionfare è il rock più duro e più cinico. Amatorski è una band che si autodefinisce “alternative”. In una dimensione come la loro, probabilmente, l’alternativa sta prorio nella ricerca di emozioni nei loro contesti un po’ dimenticate. Accade anche ascoltando “Peaceful”, brano meno immediato dei precedenti, ma anche questo permeato di quell’inafferrabile incanto proprio dei sogni. E che dire di “November” il cui sottofondo è frusciante come lo erano i vecchi vinili usati? Ad un certo punto spunta la voce di Inne che pare uscire da un megafono mentre la base ritmica e la chitarra dialogano con piacevole insistenza. Per approdare poi a “Come Home”, una delle bonus track (ve ne sono quattro) che pare emergere da un vinile americano degli anni Cinquanta. Delicatissima “The King”, canzoncina di 2 minuti e 14 sussurrata appena, quasi fosse una ninna-nanna. Per finire con “My Favorite Work Of Art”, canzone piana, lenta, dipinta dalla voce ancora una volta lontana di Inne che annega in una melodia d’archi che accompagna verso il silenzio. Un cd tutto da ascoltare. Una risposta decisa a chi sostiene che è sempre più difficile ascoltare buona musica. Amatorski sono, con Inne Eysermans, Sebastiaan Van Den Branden, Hilke Ros e Laurens Van Bouwelen.