Un lavoro ponderoso, questo “Aliene Sembianze” del cantautore Roberto Michelangelo Giordi. Di origini campane, l’artista ha incorporato, nel suo percorso musicale ed umano, anche echi e forme espressive al di fuori dagli italici confini, grazie a lunghe permanenze e collaborazioni artistiche in Francia.
Il risultato è una poetica matura, a tutto tondo, che trova la sua migliore resa nei brani più riflessivi e profondi. C’è molta introspezione, ma anche l’osservazione acuta e dolente dell’attualità, cosa che – visti i tempi – non può che imprimere un carattere crepuscolare e nostalgico a tutto il lavoro. Su un tappeto musicale impeccabilmente curato, nella qualità come negli arrangiamenti, l’autore cerca una visione distaccata del presente, richiamando uno sguardo appunto “alieno” sugli accadimenti e sui comportamenti troppo spesso assurdi di questa devastata umanità, ma anche sulle speranze e le emozioni di ogni singolo individuo, di ogni singolo cuore.
Particolarmente riusciti in questo senso il brano che apre la raccolta “Spazio e tempo”, le struggenti “Umane sembianze” e “Il venditore di ombrelli”. Interessante l’aspro sarcasmo di “Io pettino le bambole”, che non troviamo però esattamente nelle corde di questo artista. Intrigante il primo singolo “La nuova Atlantide”, racconto a metà tra il rimpianto e l’utopia.
Nell’insieme un lavoro interessante ed emozionante. Unico limite forse l’eccessiva lunghezza (ben quattordici brani) che, anche considerando la natura intensa ed impegnativa dei testi, può risultare di difficile fruizione di questi tempi in cui, tra le problematiche ben espresse proprio dall’autore, siamo afflitti da una generale superficialità e difficoltà di attenzione e di ascolto.