Si paga la Siae, ma anche Scf. E le polemiche non mancano, anche perchè in queste settimane in buona parte d’Italia stanno pervenendo ai titolari di svariati esercizi pubblici (ristoranti, bar, pub ma anche negozi) lettere d’avviso o di sollecito per il pagamento dei diritti spettanti al Consordio dei Fonografici (rappresetanto appunto da Scf).
«La Siae» spiega i presidente di Scf, Saverio Lupica in un’intervista rilasciara nei giorni scorsi «ha competenza sulla tutela delle opere dell’ingegno. In altri termini, per quanto concerne la musica, rivendica i diritti spettanti ad autori e compositori. Il Consorzio dei Fonografici invece si occupa delle spettanze destinate a chi realizza i supporti atti alla diffusione delle opere dell’ingegno, quindi gli artisti ed i produttori discografici. Si tratta evidentemente di compensi diversi, pur ricadendo nello stesso ambito musicale». Le lettere spedite in questi giorni sono circa 45mila ed altre ne partiranno entro la fine dell’anno. Per i pagamenti esistono anche convenzioni attivate con svariate associazioni di categoria, che garantiscono sconti consistenti. Ma se qualcuno si ostina a non pagare? «Contiamo sempre che i solleciti siano sufficienti per far sì che le varie situazioni possano essere sanate» dice ancora Lupica «in caso contrario, scattano le denunce e, sinceramente, mi sembra assurdo rischiare di spendere 2mila 700 euro in una causa quando tutto può essere sistemato con un po’ di buon senso. Su un centinaio di cause pendenti attualmente in corso, 45 hanno già chiesto di sanare la loro posizione e chiudere la vicenda, contiamo che molti altri facciano altrettanto. Di certo non è mai accaduto che una di queste cause si sia conclusa con sentenze a noi sfavorevoli». A buon intenditor….
