“Canzoni scritte sui muri” è il terzo album del cantautore Pierpaolo Lauriola, personaggio che si muove da tempo nel panorama musicale italiano e che con queste otto tracce propone un progetto che a tutto tondo va ad inserirsi nel contesto di quel cantautorato contemporaneo che riesce a dare una continuità alla grande tradizionale cantautorale italiana, storicamente collocata intorno agli anni ’70, ma in realtà antecedente a quel periodo grazie a personaggi come Paoli, Bindi, Endrigo, Jannacci, Lauzi e molti altri che mossero i primi passi nella prima metà degli anni ’60.
Il disco di Lauriola si apre con “Le nosrtre fragili certezze” e sin dalle prime battute si presenta con un testo narrativo, che racconta un percorso non limitandosi a spot emozionali; la linea melodica non è gran che e gli arrangiamenti non riservano particolari sorprese, tanto che alla fine il pezzo si colloca in un’area cantautoral-pop. A seguire “Scudo e riparo”, canzone che appare testualmente più ponderata, ma di scarsa fruibilità fors’anche perchè, musicalmente, dà la sensazione di una certa confusione che ne fa risultare il brano forse meno riuscito dell’album. “Canzoni scritte sui muri” è anche il titolo dell’intero progetto, ma è soprattutto una canzone apertamente cantautorale con un testo che presenta interessanti risvolti poetici, gli arrangiamenti assecondano un crescendo di forte intensità ed il finale pare quasi voler placare una tempesta interiore che ha trovato il proprio sfogo proprio nel corso della canzone, che è tra le meglio riuscite del progetto. “L’amaro miele” non è invece sulla stessa lunghezza d’onda, pur se alla fine risulterà un brano ascoltabile anche se non tale da mutare gli equilibri del cd. “La memoria” ha un buon testo ed un buon andamento, molto bene anche la linea melodica che ha una sua struttura non propriamente classica, ma coerente; un po’ meno convincenti gli arrangiamenti. “Una goccia pura” inizia con un bel giro di chitarra, pur nella sua semplicità, ma con questo brano si acquisisce la definitiva consapevolezza che per questo artistica i testi hanno un peso decisivo in ciascuno dei brani registrati ed in questo contesto migliorano anche gli arrangiamenti. “Ti cerco le mani nel ballo” è una canzone che da sola vale l’intero album perchè ha un’intensità testuale ed interpretativa che ne inducono un immediato riascolto e poi ancora, tanto da apparire ogni volta più intensa, musicalmete molto buona e con una chiosa dolcissima. E si va a chiudere con “Da uomo a padre”, una canzone che dà la sensazione di sfogliare un album di fotografie dal quale escono immagini, momenti, emozioni, ricordi ed anche….odori di un passato da custodire e raccontare. Un buon brano che ancor di più ci fare dire che “Canzoni scritte sui muri” è un album di ottima cifra artistica, coraggioso e “vissuto”, con sporadici cedimenti, ma tante sensazioni che colorano un percorso cantautorale degno di questa definizione.