CON EL KOYOTE IL SOLITO RAP DEPRESSO E RABBIOSO

E’ in circuitazione da alcune settimane il nuovo cd di El Koyote, “El Regreso”, sette tracce condivise con le partecipazioni di altri artisti che interagiscono in alcuni dei brani  (Vacca, 500 Tony, Luis Grieco, Slyman La Manteca, Palà, Michele Sbam. Regina Safylle, Dr. Cyborg e Dj Dropsy).

El Koyote è un rapper napoletano di origini domenicane, da qui la scelta di usare molto la lingua spagnola. Si tratta di un progetto che si aggrappa, quasi in ogni brano, ad ossessive ripetitività che, proprio perchè tali, ne rendono l’ascolto, in condizioni normali, a dir poco affannoso. Fatta salva la prima traccia, “Fratello di che” che ha un proprio percorso anche testuale ed un approdo riconoscibile, per il resto si smercia rap con tutti quei contenuti che mediamente il rap reca con sè: disagio, rabbia, talvolta provocazione, altre volte aggressività, sempre con i toni di chi si sente perseguitato e represso. Difficile quindi entrare in una dimensione musicale accettabile dovendo sottostare a questa sorta di rosario blasfemo che pare tracimare costantemente tantissime parole, ma poca speranza. Mi dicono che i video pubblicati in anteprima di questo Ep hanno totalizzato in breve 100mila visualizzazioni. Non stento a crederlo perchè El Koyote ed i suoi amici parlano il linguaggio di una certa gioventù (non tutta beninteso) e lo sanno fare anche interpretando quello stato confusionale in cui tanti giovani oggi si ritrovano, non sempre per colpe altrui. Ma la musica è altra cosa ed il rap stesso, talvolta, riesce ad interpretarne le sfumature. Non in questo caso. Il video di “Me gusta pt.2” (a proposito, dov’è la pt.1?) propone poi valori (la barca, le belle donne, i vini di pregio, il ristorante di lusso…) che, ammesso che siano davvero dei valori, si devono guadagnare con la fatica ed il  sudore. Non sventolando i vessilli della rabbia e della depressione, frutti di presunti destini cinici e bari sui quali è troppo facile adagiarsi.

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