“A tutti gli uragani che ci passarono accanto” più che un titolo è una sorta di dedica liberatoria, o anche irridente, come dire: gli uragani passarono e noi siamo ancora qui. Il nuovo album degli Enten Hitti è infatti un qualcosa che va oltre. Oltre agli uragani, ma anche oltre il modo comvezionale di pensare alla musica, oltre le dimensioni narranti più tradizionali, oltre la ricerca di un consenso o di un dissenso.
E’ ricerca, certo, sperimentazione, anche, ma è soprattutto l’incontro di più arti, quelle che attraverso la musica e le parole possono estrinsecarsi, ma anche quelle per le quali diviene fondamentale il linguaggio corporeo, l’espressione, la poesia, la pittura. Perchè un po’ di tutto questo c’è nell’anima, ma anche nella quotidianità di coloro che danno vita a questo gruppo in cui le canzoni non sono solo canzoni, ma piccole pièces teatrali, talvolta anche piccoli virtuisismi, soprattutto vocali, ma mai esasperati, mai sopra le righe, mai autoreferenziali. Lungo questi percorsi dunque trova spazio l’incanto della raffigurazione di immagini e sensazioni, quasi mai di testi intesi come tali, ma spesso di citazioni di attimi, di visioni, di momenti ai quali la voce e la musica danno corpo per offrire poi questi frangenti all’immaginazione di chi ascolta . Per questo è importante un ascolto reale, che sappia cogliere quei dettagli, quei particolari, che in questo progetto non sono mai trascurabili o approssimativi. C’è della ritualità, ci sono sguardi su etnie lontane, ci sono vocalizzi che divengono quasi preghiere e momenti in cui la voce cantante si fa narrante e sono quelli i momenti (gli unici) in cui il testo si fa racconto. Ma non vi è quasi mai un punto di partenza ed uno di arrivo, queste canzoni sono situazioni irrisolte all’interno delle quali non ha importanza trovare una storia, ma è fondamentale trovarvi tante sensazioni. Ecco perchè, come tentavo di spiegare all’inizio, questo lavoro va oltre. E va oltre anche alla formazione base del gruppo, del quale fanno parte Pierangelo Pandiscia e Gino Ape che sono i fondatori di questo progetto e con loro Gianpaolo Verga ed Enya Daniela Idda; a loro per l’occasione si sono affiancati Vincenzo Zitello ed Ewa Benesz. La fruibilità delle tracce di questo lavoro può andare da zero a mille, zero per chi immagina di immergersi in un genere musicale specifico, mille per chi invece è disposto ad uscire dalle dimensioni più abituali della musica per lasciarsi avvolgere da voci, suoni ed atmosfere, sino a divenire quasi compartecipe dei messaggi e delle intuizioni che gli Enten Hitti possono regalare.