E’ da alcune settimane in circuitazione “Evoluzione”, il nuovo Ep di Anna Carol, cantautrice bolzanina ma, musicalmente, cittadina del mondo, considerando lo spessore delle esperienze maturate nonostante l’ancor giovane età. Anna giovanissima si appassiona alla musica jazz, ma appena terminati gli studi intraprende un cammino che la porta a Colonia, Londra e Rotterdam. In Olanda pubblica un suo primo Ep, tutto in lingua inglese, ma dopo sette anni lontani dall’Italia, il richiamo del suo Paese si fa più forte e decide di rientrare con un bagaglio di esperienze artistiche che nel frattempo si è fatto più copioso. Scrive i brani di questo Ep, tutti in italiano; al soul ed al R&B affianca atmosfere pop e ne scaturisce questo progetto.
S’inizia con “Quando tornerai” che sottopone a chi ascolta, sin dalle primissime strofe, una voce molto determinata e palesemente “collaudata”; il brano non è retto da una linea melodica particolarmente fruibile (e queste particolare vale comunque per l’intero progetto) ma esplora dimensioni interessanti che rendono originale la personalità artistica di Anna. “Ancora un po'” conferma una voce estremamente pulita e non possono essere ignorati gli arrangiamenti, che assumono via via contorni molto accurati, ma mai invasivi. “Com’è fragile” ha un bel testo, ricercato quanto lo è la dimensione musicale, non insegue facili ascolti, ma ci si sorprende a ritrovarsi ben presto nella mente alcuni passaggi di queste canzoni, che quindi “arrivano”, anche se non dalla via principale. Vale anche per “Maldimare”, che per la prima volta ci fa accostare Anna Carol a personalità aristiche come quelle di Nina Zilli o Levante, pur non ritrovando in lei alcun tentativo si somigliare a nessuno se non a sè stessa. “La prima volta” è una bella combinazione di testo e musica laddove la parte musicale si fa particolarmente interessante, mentre sulla voce di Anna ormai abbiamo certezze consolidate. E si va a chiudere con un brano di meno di due minuti, che è poi quello che dà il titolo all’Ep: “Evoluzione”, qui la voce si coglie ancor più piena ed intensa, nonostante la delicatezza del brevissimo pezzo caratterizzato anche dall’estrema discrezione degli arrangiamenti. Che dire dunque di questo lavoro se non che certamente Anna Carol e chi collabora con lei rivela una cifra artistica elevata. Ma il riferimemto di poco sopra a Nina Zilli e Levante non è certo casuale, per dire che l’evoluzione consiste anche nell’arrivare a platee più vaste, senza svendere la propria musica, ma con la consapevolezza che la “nicchia” è una dimensione rassicurante, ma circoscritta. Levante ha accettato di mettere a disposizione la sua arte andando a Sanremo con un brano bello e scaltro. Nina Zilli, da anni, sta invece tentando di raggiungere il grande pubblico senza cedere di un millimetro sulla sua musica. Coraggiosissima, ma non è un caso se alcune testate musicali sono arrivate a domandarsi come mai, un’artista così brava, non riesca a fare breccia. Lo hanno fatto conoscendo benissimo la risposta.