LE “VAGHE SUPPOSIZIONI” DI GUERINI

“Vaghe supposizioni”, ultima fatica del cantautore Denis Guerini, reca nove tracce tutte da ascoltare, soprattutto dopo avere sfogliato il libretto dei testi che quasi sempre riescono ad incuriosire ed altrettanto frequentemente regalano scampoli di poesia, al punto che, in un paio di casi, lo scritto potrebbe avere una storia propria, qualora non fosse parte di una produzione musicale. S’inizia con un brano divertente, “La scarpa”, che ha però il retrogusto amaro che prova chi si ferma oggi ad osservare il nostro sciagurato Paese.

 

“Il Max”, brano che segue, mette in luce un arrangiamento raffinato che ritroveremo poi in altre successive canzoni. Curiosa “L’esercito di grano”, meditazione sul senso della guerra che induce a soffermarci sulla voce di Guerini, bassa, piena ma, soprattutto, senza iperboli e proprio per questo ancor più apprezzabile. “L’orgia dell’esplicito” è un piccolo trattato di sociologia che si fa canzone con un inciso divertente (“…Sono indignato! Da tette e culi nudi sono circondato però… tutto sommato…”). “La terrazza” è forse il brano più bello ed intenso che ci regala frasi come “…e noi due come vasi vuoti sulla terrazza dei nostri sogni aspettiamo la luna buona per coltivarci…” (ed è certamente questo uno dei testi che potremmo, senza stupirci, ritrovare in un’antologia di poesia contemporanea). “Il maestrale”, pur potendo contare, anche in questo caso, su di un testo interessante, musicalmente non è uno dei brano più riusciti, mentre riuscitissimo è “Faccia nuova”, storia di due amici che si ritrovano ma che non riescono più a riconoscersi nella dimensione che appartiene al loro passato (bellissima la frase “…chissà se sei diverso fino in fondo o è solo un bel vestito per adattarti al mondo…”). E ci si approssima alla chiusura con una non indimenticabile “Il merlo e la gazza” (cedimento fisiologico riscontrabile praticamente in ogni album) e “Notte insonne” che, con sfumature deandreiane, narra di una notte trascorsa in compagnia di pensieri che agitano sogni senza nome (anche in questo caso, arrangiamento di lusso). Un lavoro convincente e piacevole, originale nella ricerca di testi che non scadono mai nella banalità e che, proprio per questo, chiedono di coniugarsi con un accompagnamento musicale adeguato (il che, tradotto, significa lontano, quasi sempre, dalla dimensione più propriamente commerciale).

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