Nel variegato panorama dei cantautori italiani di area indipendente, incontriamo, con il suo nuovo lavoro, Renato Buccheri , cantautore di Vittoria in provincia di Ragusa. Il suo nuovo album si intitola “Un uomo” e contiene undici tracce inedite, più la reincisione di una bellissima canzone in dialetto siciliano, che è uno dei suoi cavalli di battaglia: “E fonti”. La dimensione artistica dell’autore è interessante e riesce a comunicare emozioni che poco o nulla hanno da invidiare a quelle trasmesse da più blasonati artisti. Ad ulteriore riprova, qualora ne fosse il caso, che in Italia esistono potenzialità che rimangono spesso nelle retrovie solo perchè non riescono a coniugare il talento con la promomozione e la divulgazione.
La musicalità di Buccheri è varia e l’esecuzione dei brani molto limpida, a tratti vibrante, molto suggestiva, mentre la sua voce, pur nella sua intensità, non sempre rende giustizia ai testi ed alla musica, pur offrendo passaggi assolutamente gradevoli, talvolta volutamente dissonanti. Degni di nota sono certamente alcun brani come “L’oracolo”, canzone politica che esprime il disinganno per una classe dirigente, ma più semplicemente, per tutta una società fatta di apparenze, di inganni, di promesse mai mantenute e di grande solitudine. La varietà dei ritmi non passa inosservata: si va dal rock alla ballata con una naturalezza ed una semplicità che osano sfidare i canoni tradizionali, rendendo il brano non etichettabile , ma semplicemente bello. “Un uomo” è un altro brano di rilievo, che esprime la solidarietà dell’artista nei confronti del cardiochirurgo Carlo Marcelletti , arrestato per peculato, sbattuto in prima pagina per le sue debolezze, ma che aveva salvato tante vite. Questi poi si suicidò. “Eufemismi” è invece un brano che descrive con eleganza la storia di due amanti che vivono una situazione d’amore a distanza e di incontri, mai definitivi, che inevitabilmente sfociano nella reciproca indifferenza. Molto suggestivo infine “U vinnituri” in dialetto siciliano, molto orecchiabile che riporta alla tradizione contadina degli entroterra di tutta Italia. Nel complesso, ci troviamo dunque al cospetto di un buon lavoro che riesce a farsi ascoltare ed anche a indurci al riascolto. Il che non è da poco né da tutti.