Ecco una recensione che deve essere affrontata con qualche consapevolezza in più. L’album si intitola “Tra pace e memoria – Canzoni popolari ebraiche”. Ma il termine “canzoni”, in questo caso, assume valenze diverse proprio perchè, dietro ad ognuna, si muove un mondo e si muove un popolo che nella storia dell’umanità ha lasciato un’impronta immensa ed indelebile. A cantare queste canzoni è Stella Bassani, figlia di Italo, che fu presidente della Comunità Ebraica di Mantova. Un’interprete dunque che a ragion veduta possiamo dire che vive ciò che canta.
E lo rivela sin dal primo brano, il tradizionalissimo “Gam Gam”, che ci introduce immediatamente nell’atmosfera di questo progetto. La voce di Stella si fa più definita nel brano che segue “Halleluyah La Olam”, per poi esprimere le tante tonalità dei suoi colori in “Shima Elohai (Kshe’halev Bocheh)”, un brano dolce che consente però all’interprete aperture vocali interessanti e scelte orchestrali di grande respiro. Tutto ciò sempre nell’alveo della dimensione popolare che in questo caso ricorda però, curiosamente, una struttura molto vicina a quella di alcuni brani sanremesi degli anni Sessanta. Arie che possono ricordare vagamente la canzone francese anni Sessanta/Settanta le riscontriamo invece in “Shir Lashalom” mentre “Hatikvah” mette in luce, più delle altre canzoni, la bellissima voce di Stella che regge quasi da sola l’intero brano. “Un cavallo, un asino e un maiale” è uno dei due brani cantati in italiano e composti entrambi da Luca Bonaffini, che ha anche prodotto l’album. “Tum Balalayka” è, come “Gam Gam”, un brano notissimo e struggente della tradizione ebraica e precede “Sisu et Yerushalayim”, canzone invece piuttosto anonima, non di prioritario rilievo in questo lavoro. “I giardini di Israel” è l’altra canzone in lingua italiana che ci accompagna verso la chiusura, con “Evenu Shalom”, brano breve ed interamente strumentale. Si tratta indubbiamente di un lavoro insolito ed interessante, che ha il merito, grazie soprattutto alla splendida voce di Stella Bassani e ad arrangiamenti assolutamente appropriati che incorniciano le esecuzioni senza mai prevaricarle, di tradursi in una sorta di testimonianza adeguata ai tempi di una storia che viene da molto lontano.