“TI PROMETTO” IL BEL DEBUTTO DI FEDERICA MATERA

E’ di recente pubblicazione “Ti prometto”, l’album d’esordio della cantautrice salernitana Federica Matera che con otto tracce (nove solo nel supporto fisico) apre una finestra interessante, preceduta da un lungo cammino di studio e crescita artistica. Va detto innanzitutto che si prova una bella sensazione quando ci si trova al cospetto di una cantautrice che scrive canzoni “vere”, che poco o nulla concedono alle mode dilaganti, raccontando il mondo e sé stessa senza improperi né scimmiottamenti.

S’inizia con “Anna (Libertà)” che mette subito in risalto una certa ricercatezza nei testi, una voce forte e decisa anche se di tanto in tanto (in questo brano come in quasi tutti quelli contenuti nell’album) traspare qualche fragilità che in una dimensione cantautorale assume quasi le sembianze di un vezzo. “Vuoti a perdere” incomincia invece, superata la curiosità del primo impatto, a destare attenzioni sulla musicalità e gli arrangiamenti, positività che non sorprendono visto che Federica, per questo progetto, ha chiamato intorno a sé musicisti di primissima fascia che lavorano abitualmente con i più bei nomi della canzone italiana. “Ti prometto” è il brano che dà il titolo all’album, ha un andamento al primo impatto meno fruibile dei primi due pezzi ascoltati ed una linea melodica meno immediata, pur se la determinazione vocale della cantautrice rimane immutata. “E’ colpa tua” è una bella canzone che riassume uno dei concetti più ricorrenti e purtroppo più mutuati di chi cerca giustificazioni nei fatti di violenza sulle donne: colpa di una gonna troppo corta, colpa di un rossetto, colpa di un abito provocante, colpa della bellezza o forse, semplicemente, colpa di essere donna. Mentre “Tra i canali di Venezia” è forse la canzone più bella del progetto, una canzone per certi versi strana, che pare faccia fatica a decollare, ma che esplode poi in un ritornello bellissimo che intona uno dei versi in assoluto più poetici dell’intero album: “…qui dove nascono canzoni che raccontano canzoni che mi parlano di te…”, su questa frase e sulle sensazioni che ne possono scaturire si potrebbero scrivere pagine e pagine. “Nella mia città” è una canzone un po’ deboluccia, soprattutto se ascoltata dopo quella che la precede, ma chi immaginasse un improvviso calo di tensione sbaglierebbe, poiché comunque, anche nei frangenti meno felici, la voce di Federica mantiene intatti i suoi colori (e le sue fragilità). Se ne ha piena dimostrazione in “Rosa (preziosa)”, brano che consente all’artista di mettere meglio in luce le proprie potenzialità vocali prima di approdare a “Gli invisibili”, buona canzone con una musicalità molto interessante che per una volta mette un po’ in secondo piano l’interpretazione della cantautrice a tutto vantaggio degli aspetti strumentali. Anche qui un bel ritornello garantisce la fruibilità del pezzo e Federica è consapevole sicuramente della sua capacità di creare “arie” che “arrivano” comunque, anche quando si cimenta con brani meno riusciti. Nell’insieme, siamo al cospetto di un buon album, ancor più buono se consideriamo che è un debutto. Probabilmente nessuna di queste otto canzoni farà la storia e neppure c’è un qualcosa che faccia davvero sobbalzare sulla sedia, però il lavoro è piacevole, scorre via lasciando un buon retrogusto e, sopprattutto, il desiderio di un riascolto . Il che rappresenta sempre un indice di qualità.

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