ACID BRAINS: SE ROCK DEVE ESSERE QUESTO SIA

Ascoltando “As Soon As Possible”, l’album di recente pubblicazione degli Acid Brains, verrebbe da dire…se deve essere rock sia questo rock! E l’esclamazione scaturisce da un troppo frequente ascolto di ciò che rock vorrebbe essere, ma non è. O di ciò che forse al rock molto si avvicina, ma con un tasso di omologazione che appiattisce il bagaglio musicale di troppe band dai leggiadri intenti.

Con gli Acid Brains ci troviamo invece al cospetto di un rock pulito, che sa aggredire ma anche farsi più soft, strizzando l’occhio, di tanto in tanto, a quanto ci viene da un passato che oggi fa storia. Sette sono le tracce di questo cd, le ultime due in lingua italiana, le restanti cinque in inglese. S’inizia con “Our Future” che ha un bell’andamento, suoni distinti e risulta piacevole pur senza entusiasmare. “Go back to sleep” assume contorni più decisi ma rispetta il ruolo di ognuno cosicchè la voce non viene mai soverchiata da una musicalità intensa e persuasiva, ma non invasiva. “Sinners” ha una linea melodica che presenta forti richiami agli anni ’60, ma che sa coniugare quel tipo di musicalità con esigenze più prorompenti e meno carezzevoli, insomma un beat che incontra il rock e la miscela non solo si può fare ma risulta anche piacevole. “Really scared” riporta i livelli di ascolto ad una dimensione più attuale, con un rock mai impastato pur se forte della sua prepotenza e di un dinamismo agile. “Not anymore” è forse il brano più bello con un andamento iniziale possente cui seguono una chitarra ed una batteria che rincorrono una voce sino a raggiungerla, dando vita insieme ad un bell’amalgama che sfocia poi in stacchi e strappi penetranti, efficaci, decisi. Con “Capirai” invece si vola a bassissima quota, il brano non solo non decolla, ma è francamente infelice e non solo per il minimalismo del testo. E si va a chiudere con “Canzone di settembre” che ritrova la band in una dimensione più adeguata, anche se non al top come in alcuni dei brani precedenti; insomma, non si va olre ad una piacevole canzoncina. Il progetto nell’insieme è ampiamente sufficiente, pone in risalto comunque un percorso artistico consolidato intrapreso nell’ormai lontano 1997, offre una dimensione rock coerente, senza eccessi, come direbbero alcuni…”con tutte le cose a posto…” e quindi passano ampiamente in secondo piano un paio di cedimenti fisiologici che non intaccano la qualità dell’album.

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