Ascoltare il cd del gruppo The Moon, “Waiting for yourself” trasmette una decisa, sconcertante sensazione di deja-vu. Un vintage senza mezzi termini, che, preciso preciso, va a riesumare dai sepolcri il più classico pop-rock britannico post-Beatles.
Citazioni a iosa ed un’atmosfera che più english non si può. Dati positivi: far sentire immediatamente più giovane chi è un poco in là con gli anni, e fargli pensare “Visto? La musica dei miei tempi è ancora attuale, attualissima!!”. Dato negativo… Lo stesso: capiamo l’essere innamorati di un certo stile, di un luogo e soprattutto di un periodo storico che fu innovativo, dirompente, pieno di vitalità musicale, sociale e culturale. Un’epoca in cui nessuno dei giovani componenti della band era ancora nato. Ma davvero c’era bisogno di ripercorrere paro-paro quello stesso identico tracciato? I brani sono indubbiamente perfetti dal punto di vista stilistico e musicale. La voce indovinata, il mood perfettamente in tema. Ma tutto questo si paga con una certa ripetitività dei brani, e con il lieve smarrimento che coglie l’ascoltatore alla fine del lavoro. Vien da uscire di casa per guardarsi intorno, per sincerarsi di essere ancora nel 2014, e non tornati indietro di 40 anni o giù di lì…