Testi e musica di Konrad (al secolo Konrad Iarussi, originario di Bari), arrangiamenti e musica Valerio Fuiano; nasce da questo binomio l’album “Luce” con le sue quattordici tracce e con i coinvolgimento di altri musicisti e voci che via via dimostrano di inserirsi perfettamente in un progetto pubblicato per l’etichetta Music Force.
S’inizia con una “Intro” che apre un percorso musicale piuttosto articolato che via via prende forma e consistenza. “Foglie sotto i passi” si presenta con il suono pulito di una chitarra ed è proprio il gioco di chitarre che alla fine risulterà più convincente di una voce che appare un po’ monocorde. “The Man That I Am” è il primo dei diversi brani in inglese che caratterizzano questo disco e subito si ha la sensazione (confermata poi nel prosieguo dell’ascolto) che Konrad si trovi più a suo agio con i brani in lingua inglese. “Your Eyes” è un buon pezzo, piacevole e ben strutturato, che conferma le sensazioni di quello precedente. “Il sogno reale” pone in risalto un buon insieme strumentale mentre in “Sorpresi e presi” si ha la sensazione che la chitarra sovrasti troppo la voce, al di là di questo comunque si tratta di una canzoncina piacevole in cui ben si inserisce il suono dell’armonica. “No sun will be ever brighter than you” non risulta invece del tutto convincente, nel contesto dell’intero progetto è certamente rinunciabile. “Luce” è invece i brano che dà il titolo all’intero lavoro, è il nome della figlia di Konrad, è soprattutto una canzone che ha una buona linea melodica, è cantata in inglese, complessivamente piace anche se suscita qualche perplessità un arrangiamento che forse, in questo caso, avrebbe potuto concedere più respiro al pianoforte e meno alla chitarra. “La luna per te” è il brano più semplice, ma forse più bello nel senso della fruibilità dell’intera raccolta; “arriva” più di altri, è una ballata che più classica non si potrebbe ed ha un ottimo arrangiamento. “Four?” ci riporta alla lingua inglese per una canzone che più di altre risente di richiami fortemente anglosassoni (al di là della lingua). Scivola via senza lasciare troppe tracce “Still on your road” mentre è un bellissimo brano di chiara ispirazione country “Seattle”, cantato con voce più calda e piana e con l’affacciarsi di fraseggi di armonica e banjo assolutanente piacevoli. Un buon brano, anche se meno coinvolgente di quello precedente, è “Sleep Tonight” per arrivare alla chiusura con un live, l’unico, con il brano “Domani” molto piacevole ed intenso che conclude degnamente un percorso che mette in luce anche l’esperienza artistica di Konrad, il cui passato è costellato di interessanti incontri, partecipazioni a festuval e concerti. Ma forse, su tutti, il momento che prevale è quello con i Radiolondra che lo conduce alla corte di Mauro Pagani nello studio milanese “Officine Meccaniche”. “Luce” è insomma il frutto di un buon lavoro e di un lungo cammino, mai banale, con svariati spunti interessanti, compresa la Ghost track celata in coda all’ultima canzone che di fatto porta a 15 le tracce di questa impegnativa incisione.