Il nuovo lavoro del cantautore milanese Emanuele De Francesco, “Lettere al neon”, mette a fuoco un linguaggio al crocevia tra canzone d’autore e rock che ha nella misura una delle sue doti principali, con un suono essenziale ma mai povero di colore ed espressione e con liriche capaci di indagare le solitudini del presente.
Nelle parole dell’autore, le canzoni diventano “lettere da inviare a un mondo distratto, veloce e superficiale, appariscente e distante ben rappresentato dal neon, che affascina e ammalia ma al tempo stesso abbaglia e allontana, marcando il senso di eterna separazione dalla realtà”. Nel gioco di pieni e di vuoti, il respiro melodico fa da contraltare alla desolazione. “Avete costruito mondi di cartone / ogni mostro che appare / un poco vi appartiene / siete solo sembianze, sembianze di persone”, canta De Francesco in “Televisione”, che nel suo incedere ineluttabile sembra ambientata nelle stanze di vita quotidiana di Guccini. Lo smarrimento di “Nei percorsi della notte” chiude il cerchio di un disco onesto e amaro, fatto della stessa sostanza di una vita che non fa sconti. (Emanuele De Francesco – “Lettere al neon” – Sciopero Records, 2019)