Un viaggio nella riviera adriatica, quella riviera degli anni 60-70 in cui c’era il boom delle balere. Quel modo di cantare un po’ alla Jannacci per urlare delle volte chiaramente, più volte attraverso metafore, le insofferenze di una Italia sempre più allo sbando. Uno specchio di ciò che siamo è una frase che ben riassume “Vai a Dubai”, il nuovo disco di Simone Valeo.
L’album si apre con “Il cammino della vita”, un valzer di chitarre e fisarmoniche che portano a riflettere su quanto la vita ci ha offerto e quanto ancora ha da offrirci accompagnate da atmosfere malinconiche. Si prosegue con “Un amore ingombrante”, l’amore cantato in maniera diversa, con sottile allegria e con l’esaltazione amorevole dei difetti. Piacevolissima. Si procede con il blues di “Cornelio”, una divertente esasperazione di quanti rinnegano le proprie origini preferendo una vita di ostentazioni. Sulla stessa scia è la titletrack “Vai a Dubai” nella quale si punta il dito contro coloro che rinnegano la propria città preferendo la vita agiata di altri Paesi. Se questa prima manciata di canzoni prendono di mira l’uomo nei suoi difetti, dalla quinta traccia è la politica ad essere nel mirino della penna di Valeo. “Il fascista mediatico” come si evince già dal titolo, è un chiaro riferimento ad una politica che ci vuole pieni di pregiudizi e razzisti verso il “diverso”: è il brano in cui più marcatamente si ispira a due grandi come Dario Fo ed Enzo Jannacci. Di impronta diversa la seguente “Uguali e diversi” che ci porta a riflettere su ciò che eravamo e che siamo. Ad un primo ascolto può sembrare una canzone d’amore ma l’amore a cui Simone fa riferimento è qualcosa di più Alto, un amore universale. Una fisarmonica apre “Tango della libertà”, un omaggio agli uomini che hanno pagato con la vita la libertà, dando un senso al nostro 25 aprile. C’è spazio per temi drammaticamente attuali in “Corri corri sorellina”, canzone contro il femminicidio. La seguente “Bacia le mani” non fa sconti a nessuno: siamo tutti facilmente corruttibili per brama di potere e ricchezza. Un imprinting da piano bar ha invece “Il gatto con le ali” nella cui interpretazione sembra di risentire Stefano Palatresi: un gatto matafora di un uomo libero che non si lascia etichettare. Il disco si chiude con “La renna in cannottiera” ed è ancora l’attualità il focus con il disastro ambientale ed il clima impazzito rappresentato da una renna in cannottiera ed infradito. “Vai a Dubai” è un album che andrebbe studiato al pari di un libro di storia e non semplicemente ascoltato.
1 commento su “SIMONE VALEO CON “VAI A DUBAI” TRA VOGLIA DI CANTARE E ATTUALITA’”
Grazie Sara,
mi è piaciuto molto, felice della tua recensione
Un abbraccio
Simone Valeo