Ecco uno di quegli album che sin dall’ascolto del prima brano ti fanno pensare alla profonda differenza che esiste tra un ascolto con l’ausilio di supporti tecnici e quello in una dimensione live. Sto parlando di “Dyadic”, il recente album degli Alchemy, rock band italiana che con queste dodici tracce mette in risalto un progetto nell’insieme riuscito, caraterizzato da una struttura musicale decisa, ma nel contempo ponderata ed equilibrata.
Vale a dire che nulla è approssimativo ed anche quando l’estro interpretativo alza i toni (dando evidenza alla forza vocale di Marcello Spera),tutto è musicalmente in ordine, senza sovrapposizioni e, finalmente, quasi sempre con la voce che non viene annegata dagli strumenti. La dimensione live è certamente più indicata poiché il rock va visto e non solo ascoltato (se è buon rock, come in questo caso, diversamente meglio spegnere lo stereo e rimanere a casa) e questa band lascia intravedere una capacità interpretativa interessante. Naturalmente non tutti i pezzi sono da promuovere ed anzi, l’impegno dei dodici brani non riesce a mantenere sempre vivissima l’attenzione di chi ascolta. Ma provvidenziali in tal senso sono tracce come “Goodbye” e la versione acustica dello stesso brano proposta come bonus track con un riarrangiamento decisamente interessante a chiudere il cd. Questi Alchemy sono una formazione solida, che ha saputo avvalersi anche di alcune preziose collaborazioni, come quella di Steve De Biasi alla chitarra acustica nell’ultimo brano. Per gli amanti del genere vale sicuramente l’invito, avendone l’occasione, di un ascolto dal vivo. (L’album è pubblicato dalle etichette Street Synphonie Records e da Burning Minds Music Group con la promozione di Athomic Stuff).