Non di recentissima pubblicazione, ma meritevole d’ascolto l’album di laMalareputazione “Panico”, una band sulla scena ormai da quasi un decennio che coniuga, con buona disinvoltura, richiami sociali e culturali ad un rock moderno, non sempre entusiasmante ma che, grazie all’attenzione prestata ai testi delle dieci tracce di questo cd, diviene un buon “messaggero” per le generazioni più giovani. E non solo.
Il panico è, oltre al titolo dell’album e del primo brano introduttivo (poco più di un minuto ma molto eloquente), il filo conduttore di tutto il progetto volto a sottolineare la difficoltà di vivere in un mondo ove è facile perdersi. Concetto che viene espresso meglio in “Balla” ove la danza delle vita viene rappresentato come una sorta di doveroso fardello che annebbia spesso la facoltà di scegliere. Ed anche “La folle corsa”, diffuso anche come singolo dopo l’uscita del cd, ben rappresenta quell’ansia di andare travolti dal tempo e dalle circostanze, tanto da richiare di perdere il senso delle cose davvero essenziali. “Ora che è semplice” e “Odio l’estate” (anche questo brano uscito come singolo), sono sostanzialmente due flash d’amore ove il primo narra dall’irresistibile attrazione tra due amanti ed il secondo, un poco a sorpresa, accosta il concetto dell’estate con la volgarità e la superfiialità che ridimensionano un sentimento d’amore. Si parla poi di guerra e di pace con “Irene e il suo cavallo” e si torna alla dimensione sociale con “Conosco il tuo segreto” ove ci si ritrova al cospetto di diversi stili di vita e dei diversi valori che questi sottintendono. Molto interessante l’omaggio a Modigliani, introdotto dal breve brano “Il talento di Modigliani” e che segue poi con “Parigi”, la città ove l’artista italiano scelse di trasferirsi nei primi anni del secolo scorso dando vita ad un confronto affascinante e difficile tra una città che trasuda arte e cultura ed un artista di grande talento che vive gioendo e soffrendo quel suo stare. E si chiude con “La parte più sana”, un tentativo di cercare e trovare la parte più sana di ognuno di noi, nei vortici di un’esistenza che tutto travolge. “Panico”, dal punto di vista più strettamente musicale, non è un lavoro straordinario, pur se la voce è piacevole e gli arrangiamenti, a tratti, interessanti. Ma il valore aggiunto di questo progetto sta proprio nella ricerca di quei valori, nel confrontarsi con essi e nel riuscire a farlo senza mai scadere nella banalità di ciò che potrebbe risultare scontato.