Certamente non torneremo al vinile ed ai 45 giri. Ma alla filosofia che questi supporti sottindevano, ci siano già approdati da alcuni anni. Alla fine degli anni Quaranta, negli Stati Uniti, fu la Columbia Records ad introdurre il disco in vinile a 45 giri. Negli anni Cinquanta questo supporto approdò in Italia registrando un progressivo successo. Il vero “boom” lo si ebbe negli anni Sessanta, sino al progressivo ridimensionamento dovuto prima alla crescita dei 33 giri, i “padelloni” che potevano contenere 10-12 brani, poi all’affermarsi delle nuove tecnologie che soppiantarono l’uso del vinile a tutto vantaggio dei cd e della musica “da scaricare”. Il vinile però non è mai uscito completamente di scena. Alcuni album storici sono stati, anche i tempi recenti, ristampati in vinile. E diversi artisti italiani e stranieri, accompagnano l’uscita dei loro cd più importanti, con la regisrazione su vinile a 33 giri, destinata ai collezionisti ed ai nostalgici più irriducibili. Quando il 33 giri iniziò a soppiantare il piccolo vinile a 45 giri, si parlò di una svolta epocale, in Italia voluta soprattutto dal mondo dei cantautori, che ritenevano riduttivo affrontare un percorso artistico sulle facciate A e B di un 45 giri che sostanzialmente conteneva due brani. Ma la funzione del 45 giri, che all’epoca veniva chiamato anche “disco pilota”, era quello di “saggiare” il mercato per comprendere l’impatto che un certo tipo di lavoro avrebbe potuto suscitare. Una strategia tutt’altro che inutile, in un’epoca in cui i costi per la realizzazione di un 33 giri erano vistosamente più pesanti di quanto non lo sia oggi la realizzazione di un cd. La crisi discografica (certamente legata all’imperversare della musica in rete, ma anche ad un calo vistoso della qualità della produzione artistica in generale) negli ultimi anni ha però consentito, soprattutto negli ambienti della musica indipendente, di “rispolverare” la filosofia del vecchio, ma mai dimenticato, 45 giri, traducendolo nel cd singolo, quello cioè in cui l’artista propone due o tre brani (di cui uno solo di punta, gli altri a volte versioni musicali dello stesso). L’obiettivo è quello di precedere l’uscita di un album, che conterrà anche il brano prodotto su cd singolo. Ed anzi, capita sempre più frequentemente, che da un album venga ricavato più di un singolo, offrendo in tal modo la possibilità di una sorta di acquisto a rate di parte del cd o fornendo gli elementi decisivi in grado di convincere all’acquisto dello stesso album (che sarebbe poi il 33 giri del tempo andato). Ancora diversa e certamente curiosa e per certi versi coraggiosa, è la scelta di alcuni sparuti artisti che decidono di fare uscire il loro brano di punta su vinile a 45 giri. E’ il caso dei Rekkiabilly, di cui riferiamno qui sotto, che hanno inciso su di un vinile a 45 giri il loro ultimo brano “Calypsopicosi”. Decisamente un passo avanti con lo sguardo rivolto molto indietro, perchè questa scelta non recupera solo la filosofia del vecchio 45 giri, traducendola su di un cd, ma va a riesumare l’oggetto 45 giri, il culto per quell’oggetto, i suoi significati. Un’operazione interessante, che certamente non rilancerà il vecchio caro 45 giri in vinile sui mercati. Ma che aiuterà le nuove generazioni a ricercarne il significato, riaprendo pagine importanti nella storia della musica in Italia e nel mondo.