Fausto Rossi è un cantautore friulano che in tempi passati probabilmente molti conobbero ed ora ricordano come Faust’O. Qualche brano di discreto successo, qualche apparizione televisiva, alle spalle la Cgd, ai suoi tempi una casa discografica di grande prestigio. Superata quella fase di creatività e quel percorso temporale ricco di soddisfazioni, l’artista ha però voluto chiudere con il passato, recuperare la propria identità che è appunto quella di Fausto Rossi e riprovare a cimentarsi, in un contesto indipendente, con la musica che più gli piace e che più ritiene consona alle sue corde attuali.
Ne è scaturito “Blank times”, un album intenso in cui Rossi, che oggi ha le sembianze di un vecchio hippie ed una voce che va dritta al cuore, mette in campo una sorprendente freschezza che riesce a coniugare i dilaganti effetti della musica elettronica con il meglio della musicalità, un po’ rock ed a tratti un po’ psichedelica, degli anni che ha attraversato. Un po’ in italiano, un po’ in inglese, l’album scorre via piacevolmente tra brani che necessariamente devono essere più di altri “ascoltati” ed altri, come per esempio “Names”, la cui musicalità appare, come suole dire oggi chi dice di sapere, più radiofonica. Positiva è certamente la capacità di questo artista di rinnovarsi mentre molti suoi coetanei, alle soglie dei 60 anni, ritengono di avere raggiunto la pace delle emozioni, oltreche quella dei sensi. Il mestiere poi fa il resto, anche in brani, come “Can’t Expalin”, francamente meno riusciti. Si potrebbe dunque dire di essere al cospetto di una bella sorpresa ed anche di un bel messaggio di vita per chi ha superato da qualche anno l’età dell’adolescenza.