Si apre un nuovo anno all’insegna della speranza. E’ un modo di dire. Ciascuno spera poi per i fatti propri. Ma qualche auspicio nel mondo della musica ci sta perchè i tempi sono duri e fuori fa freddo. L’auspicio, per esempio, che la musica indipendente trovi sempre più persone che abbiano voglia di prestare la loro attenzione a tanti autori ed interpreti che hanno moltissimo da dire e pochissime speranze di poterlo fare, almeno su ampia scala. L’auspicio che tornino i tempi in cui ogni casa discografica rappresentava una realtà a sé stante e non una microparticella destinata al pasto delle major. L’auspicio che la musica ritrovi una proprio onestà intellettuale e non si ponga al servizio delle ideologie. L’auspicio che i ragazzi di oggi, come facevamo noi, ragazzi di ieri e dell’altro ieri, quando ascoltano una canzone che attraversa i loro cuori e colma di emozioni le loro menti, sappiano farne tesoro, conservarne il ricordo, ritrovarla di qui a 20-30 anni per rivivere quei palpiti e quelle emozioni. Ma anche per ricordare a chi attribuire il merito di quei sentimenti. Ogni canzone che in qualche modo risveglia la nostra attenzione e ci sembra che racconti un po’ della nostra vita, andrà a formare, insieme a cento, mille, diecimila altre canzoni, la colonna sonora della nostra esistenza. E ciascuna di quelle “particelle” ci collocherà in un contesto, in un sogno, in un momento di vita vissuta, in un angolo di gioia o di tristezza perchè ciascuna delle nostre vite è una canzone che riassume l’essenza delle tante canzoni che ci sono piaciute. Io non credo in chi dice di non provare interesse per la musica. Certamente dice una bugia. E certamente il suo cuore non è ancora stato attraversato dalle note di un violino o di un pianoforte o di una chitarra, né dalle parole di un brano che potrebbe fare tutt’uno con le espressioni poetiche più belle. Non credo nei muri che separano il jazz dal pop, dal blues, dal rock, dal rap e da quanto di nuovo verrà attraverso la musica. Penso che la musica sia come Dio, chiamiamolo come vogliamo, immaginiamolo come preferiamo, preghiamolo come ci viene, ma alla fine, come i fiumi vanno tutti ad alimentare il grande mare, così le arie, i ritmi, le canzoni andranno ad alimentare la Musica e le preghiere di tutte le religioni raggiungono e raggiungeranno tutte lo stesso Dio. Il 2012 è stato un anno difficile. Per molti. Se non ci fosse stata la musica sarebbe stato ancora più difficile. Ripartiamo, nel 2013, dalle note che ci hanno accompagnati per un anno e poniamoci alla ricerca di musiche nuove, dietro alle quali scopriremo tante diverse sensibilità, tanti sogni, tanto desiderio di comunicare e di condividere. Noi di “Un’altra Music@” faremo il possibile per suggerirvi, di volta in volta, proposte nuove e diverse, per poter in questo modo contribuire a fare del 2013 un anno migliore.